“Un cavallo per amico”, per studenti diversamente abili

 

FOTO_N._5.JPG

un cavallo per amico,messina,augustanewsMessina – Ieri 8 maggio , con inizio alle ore 10, presso il Club Ippico “La Palma” di Messina (contrada Veglia – Tremestieri), ha avuto luogo la fase finale del progetto denominato “Un Cavallo per Amico”, organizzato per il quarto anno consecutivo dall’Istituto d’Istruzione Superiore “G. Minutoli” in sinergia con l’Associazione “Equitando” ONLUS, rivolto a quindici studenti diversamente abili.  All’evento erano presenti l’istruttore Gianluca Paratore, Vice Presidente dell’Associazione “Equitando” ONLUS e consigliere nazionale A.N.I.R.E., e la prof.ssa Clelia De Gaetano, referente per la scuola del progetto, gli operatori e i docenti. Al via dal mese di Marzo, il progetto si inquadra nell’ambito dell’attività formativa (P.O.F.) dell’Istituto “G. Minutoli” prevista per l’anno 2012, avendo nello specifico quali obiettivi primari la riabilitazione globale della persona in luogo aperto e la socializzazione degli utenti diversamente abili con i soggetti normodotati. Intenso il lavoro di preparazione: il progetto è stato articolato in una prima fase dedicata all’“avvicinamento al cavallo”, con le attività “di governo della mano” e “conduzione del cavallo sotto-mano”; successivamente, si è proceduto con la creazione del binomio “cavallo-cavaliere” e il conseguente “lavoro in piano”. Il controllo dell’assetto, l’equilibrio, gli esercizi in sella, i movimenti al passo e al trotto, i cambiamenti di direzione e l’approccio con i primi “percorsi” rientrano fra le tematiche affrontate nel corso degli allenamenti svolti con cadenza settimanale. Particolare cura dell’Istituto nelle modalità di verifica dei risultati raggiunti, mediante somministrazione ai partecipanti di test iniziali, in itinere e finali volti a garantire il monitoraggio degli apprendimenti, del gradimento e della partecipazione. L’Associazione “Equitando” ONLUS, attiva dal 2003 e centro affiliato dell’A.N.I.R.E. (Associazione Nazionale Italiana Rieducazione Equestre – D.P.R. 08/07/1986 n. 610), si occupa, con personale specializzato, dell’organizzazione e della gestione delle attività, individuali e/o in gruppo, di rieducazione equestre. La Rieducazione Equestre va intesa come un metodo terapeutico globale, in cui, attraverso la pratica di un’attività ludico-sportiva avente come mezzo il cavallo, l’individuo viene attivato nel suo intero complesso motorio, psichico, intellettivo e sociale.

 

   Enrico  Casale

IN 200 PER SALVARE IL CASTELLO SVEVO

 

castello svevo,augusta,augustanews

AUGUSTA. Castello Svevo: da tutti conosciuto, da pochi apprezzato. Passando dal ponte cosiddetto “nuovo” e dai ponti di campagna lo vediamo ogni giorno, ma realmente lo guardiamo? Ci accorgiamo, giorno dopo giorno, di cosa cambia nel suo precario aspetto?  Sappiamo realmente cogliere la bellezza dei suoi scorci sul mare? Non tutti sanno, per quanto sia paradossale, che il nostro castello è un’importante prova del passaggio di Federico II di Svevia nella zona catanese-siracusana, inoltre rappresenta e contiene tutti i caratteri dei castelli federiciani, portati alla massima bellezza. Mescola perfettamente caratteristiche comuni a tutti i castelli, o per meglio dire le fortezze, del periodo, quali la pianta e i materiali, a particolari elementi della muratura e della posizione. Si trova, infatti, tra la porta Spagnola e il mare, cinto dai bastioni, che si affacciano appunto sul mare per due lati. Questa particolarità è stata estremamente deprezzata, sebbene sia uno dei pochi castelli così vicino al mare. Oltre a queste bellezze, bisogna aggiungere gli archi e le volte ogivali all’interno dei saloni. Nonostante tutte queste meraviglie sembrerebbe impensabile in un paese del nord o un paese estero non approfittarne a fini turistici e culturali. Qua no. Qua gran parte del bastione sta cedendo. Qua si realizza una passeggiata e si interdice l’anno dopo. Qua si guarda il castello implodere dentro una voragine. Qua si guarda senza dire nulla..o forse no.  Sembra, infatti, che alcuni giovani e non si siano accorti del crescente problema e che, soprattutto, si siano resi conto dell’importanza di questo bene. Così, mossi da spirito di iniziativa e praticità, cominciano a realizzare una serie di iniziative, coinvolgendo qualora possibile la popolazione. Si muovono su diversi piani, mirando a arrivare a tutte le fasce d’età, partendo dal blitz per pulire il bastione e “fare la barba” al “signor Svevo” fino a una passeggiata per informare gli interessati sulla storia e la situazione attuale del castello.  L’ultima iniziativa si è svolta domenica  6 maggio e hanno partecipato circa duecento persone, testimonianza che il problema non è sottovalutato da alcuni. Ma i nostri ragazzi, non soddisfatti dei successi cittadini, sono determinati a risolvere realmente e alla base il problema svevo. Mandano, quindi,  una lettera con richiesta d’intervento a tutti gli enti responsabili, dall’Unione Europea alla Sovrintendenza passando per il ministero della cultura. Affiancano alla richiesta ufficiale, le richieste e i pensieri dei singoli cittadini, permettendo loro di ricoprire finalmente un ruolo di primo piano in questa faccenda. Le persone pensano. E questo è importante, e questo è giusto. Salvare il nostro castello non consisterebbe semplicemente nel salvare un bene storico, ma un intera città dal degrado urbano e culturale. Preserviamo la cultura e coltiviamola, salviamo le nostre origini. Come pensiamo di avere un futuro, se non rispettiamo il nostro passato?  La manifestazione di cui si parla nel pezzo  pro Castello Svevo ha avuto un grande richiamo, anche perché è stata preannunciata sia di cosiddetti social network, reti, cioè, di comunicazione interpersonale cui tutti si possono collegare attraverso il computer o altri mezzi sofisticati, come l’ipad, è stata ripresa da una troupe di un telegiornale della RAI.

  Anna Guerrisi

ANCORA TRAGICO INCIDENTE SULLA “STRADA DELLA MORTE”, LA PROVINCIALE PER BRUCOLI

AUGUSTA.  Non s’era ancora spento l’eco del tragico incidente automobilistico in untitled.jpgcui ha perso la vita il 47enne Aldo Podestà, lanciatosi contro la rotatoria di Corso Sicilia la notte fra sabato e domenica che, praticamente, a distanza di quarantotto ore, altri figli sono in lutto  per la scomparsa del loro padre, come i tre figli di Aldo Podestà, uno dei quali in ancora tenera età.  Se Podestà è stato vittima della forte velocità, com’è ormai assodato e del fatto che non aveva cintura, tanto che è stato catapultato fuori dell’abitacolo, la nuova vittima della strada, un altro padre, ancora nel pieno vigore degli anni, il quarantenne augustano Giuseppe Saraceno (nella foto), investito sulla provinciale per Brucoli, famigerata arteria lungo la quale nel corso degli anni hanno perso la vita diversi giovani, l’ultimo il compianto Franchino Sarcià, che nemmeno guidava il veicolo, essendo soltanto al lato del passeggero.  L’ investitore   di Saraceno è un giovane fresco di patente, di cui gl’inquirenti hanno fornito le iniziali, C. L., a bordo d’un’autovettura Lancia Y proveniente dal senso opposto a quello su cui viaggiava lo sfortunato Saraceno, la cui morte è stata data dal telegiornale pomeridiano di RAI Regione. C.L. . Visibilmente scioccato dopo l’incidente provocato da lui, il giovane è stato accusato di omicidio colposo. Saraceno lascia moglie e due figli.

Cecilia Càsole

OSPEDALE Muscatello, la gente ha bloccato la chiusura

ospedale.jpg

 All’ interno di un ospedale vi sono persone che ogni giorno lottano per impedire che la vita di un essere umano si fermi prima del tempo. L’ospedale è un luogo in cui una battaglia dura giorno e notte; i medici sono coloro   cui ci affidiamo per debellare il male piccolo o grande che si trova nel nostro corpo.  Quindi,   gli ospedali lasciati a sé, senza fondi e attrezzature moderne, che fine potrebbero fare? L’ospedale Muscatello di Augusta ha rischiato la chiusura. Ma  perché chiuderlo?  Per quale  motivo? Semplicemente per una scelta di coloro che pensano prima al guadagno e poi al significato. Eliminare l’ospedale situato ad Augusta significherebbe, per trentacinquemila abitanti,  la perdita del luogo in cui molti sono nati, altri sono stati curati e altri ancora hanno salutato dopo che esso aveva salvato loro la vita, I cittadini di Augusta hanno detto NO  a tutto questo e si sono  ribellati  contro la chiusura, bloccando le vie d’accesso principali di Augusta.  Il „Muscatello“ non è stato chiuso, ma due importanti reparti,  quali Ginecologia-ostetricia e Pediatria, sono stati trasferiti  – non si capisce bene in base a quale logica – nel nuovo  mega ospedale di Lentini, mentre restano ancora vuoti, inspiegabilmente, i nuovi locali del „Muscatello“, costati milioni di euro e non sono stati attivati i nuovi reparti promessi, in sostituzione di quelli trasferiti. In fatto di salute, è necessario  pensare più con il cuore che con il portafogli.

   Federica Fiume