Celebrata ad Augusta la commemorazione dei caduti a Nassirya

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Augusta – Nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù , ha avuto luogo una solenne concelebrazione eucaristica presieduta da Don  Nicola Minervini  per ricordare i Carabinieri caduti a Nassirya , alla quale hanno partecipato   le più alte autorità militari e civili .  Erano presenti anche le associazioni combattentistiche e d’arma,   rappresentanti del mondo della cultura e dell’arte , i quali  hanno accolto l’invito di Giovanni Intravaia – promotore dell’evento – Presidente della Accademia Cattolica della Santa Croce di Gerusalemme ,e manifestato un incondizionato apprezzamento nei confronti della nobile iniziativa . “Passio Domini et Passio Boni Militis ” è il titolo della quarta edizione della Passio Domini, proposta anche quest’anno da Giovanni Intravaia, nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù , subito dopo la solenne funzione religiosa.  E’ stato rievocato  il dramma di Gesù e del suo Spirito, la sua piena lucidità mentale, dimostrata dalla coerenza della sua natura tesa al perdono, dalla fedeltà alla sua missione, dalla relazione costante col Padre, dall’amore per la parole, e infine dalla completa fiducia nel suo Padre Celeste. Temi in cui Giovanni Intravaia – il quale ha ideato e diretto  l’evento – ha saputo mirabilmente coniugare fede, religione e cultura , coinvolgendo decine di altri protagonisti. I brani recitati dallo stesso Giovanni Intravaia e  da Cettina Messina  , accompagnati da Carmelo Vinci  al flicorno  e  Alex Mauro al piano    , i canti della Corale Polifonica Euterpe (tra i quali gli  Stabat Mater di J. Rheimberger e  e di G.B. Pergolesi ) magistralmente diretta da Rosy Messina, gli interventi solistici     del soprano Francesca Ussia  la quale ha interpretato anche due suggestive  Laude del XIII secolo tratte dal Laudario di Cortona, i mottetti a due   voci interpretati da Rosy  Messina e Francesca Ussia   , hanno creato una straordinaria preghiera levata a Cristo e alla Madre.

I protagonisti, hanno prodotto ciascuno, performances di eccellente qualità. Così, Giovanni Intravaia ha voluto – anche quest’anno – proporre il profilo squisitamente   umano della passione di Gesù.  . Dall’ascolto dei testi- tutti scritti da Giovanni Intravaia- i presenti hanno potuto cogliere il senso di solitudine di Cristo nella sua dimensione umana,   in una alternanza tra il dolore, il grido e la visione drammatica della morte. Le sonorità create da Alex Mauro e Carmelo Vinci ( il quale a conclusione degli eventi ha eseguito il “ Lamento ” della tradizione augustana che si suona ai crocevia della città nella notte tra il Giovedi e il Venerdi Santo) , hanno letteralmente colto tutti di sorpresa, creando una atmosfera quasi irreale di grandissima suggestione e tensione emotiva. Don Davide di Mare  e Don Nicola Minervini , hanno  recitato   una preghiera – inno , dedicata alla “Croce, speranza unica“, anch’essa scritta da Giovanni Intravaia. E  infine , la Preghiera del Carabiniere , recitata dal Gen. Inzolia .  “ Ho voluto sottolineare che il punto nodale della nostra fede è costituito dalla Croce e dalla risurrezione di Gesù, in cui si compie il disegno salvifico di Dio, attraverso la morte redentrice del Cristo e il suo offrirsi totale, libero e volontario per amore del Padre e per i nostri peccati – assieme al quale ho voluto ricordare   il sacrificio  usque ad mortem , di tutti i Carabinieri  , che in ogni tempo , hanno immolato consapevolmente la loro vita per gli altri.  Credo fermissimamente     ha spiegato Intravaia – che il loro sacrificio estremo   sia da equiparare al sacrificio dei martiri cristiani.       La  presenza  di due militari in grande uniforme speciale  , ai lati dell’altare ,     è stata estremamente eloquente e significativa, ed ha conferito all’evento  una particolare solennità  -.  In particolare ,di fronte ai tentativi di distruzione dei valori e dei simboli cristiani, la via della Croce può aiutarci a conoscere ed amare Gesù, e spero, a vivere come suoi discepoli, incarnando nella nostra vita il suo messaggio di perdono. Il mio intento – ha concluso Intravaia – è stato di introdurre ciascuno alla meditazione sul mistero della Passione di Cristo, mettendo in connessione la parola, con la musica e il canto. Credo di aver raggiunto il traguardo prefissato. Sono grato    a  tutti gli artisti  che per primi, hanno creduto nella mia opera.   Un ringraziamento particolare va a Don Davide di Mare e  a Don Nicola  Minervini”. La   splendida chiesa, cornice dell’evento, scelta da Giovanni Intravaia , è stata affollata sin dal pomeriggio. Dal momento dell’inizio fino alla conclusione dell’evento  , tutti hanno osservato il più rigoroso silenzio.  Uno straordinario successo, decretato tra la commozione generale  unanime.

  S.G.

Il Circolo Unione Augusta ricorda O.M. Corbino nel 75° anniversario della sua morte

CORBINO? CHI ERA COSTUI?

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Mercoledì 4 aprile, il Circolo Unione di Augusta ha voluto ricordare e onorare il nostro benemerito concittadino Orso Mario Corbino, “senatore, ministro, scienziato sommo” – come si legge nell’epigrafe lapiddea murata sulla facciata della casa natale, in Via P. Umberto, nato ad Augusta il  30 aprile 1876 e morto a Roma il 23 gennaio 1937.  La prof.ssa Luisa Bonolis, docente nella “ Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati” di Trieste, ha intrattenuto il numeroso pubblico descrivendone nei dettagli i vari aspetti della personalità, di uomo, di scienziato, di politico, di manager e fondatore del gruppo dei “ragazzi di Corbino” in seguito  chiamati “ i ragazzi di via Panisperna”. Una casella fondamentale nella storia della Fisica Italiana che registrerà subito dopo i brillanti risultati ottenuti da Enrico fermi e compagni fino ad arrivare ai giorni nostri con le ultime scoperte del Cern di Ginevra dove la scuola Italiana è presente con  circa il 30% dell’organico del personale.  La relatrice ha evidenziato la grandezza e l’importanza del Corbino in base alle testimonianze rese dai suoi contemporanei e in particolare dagli stessi scienziati Enrico Fermi, Emilio Segrè, Bruno Pontecorvo e di Laura Fermi, moglie di Enrico.

  Uno scienziato riconosciuto  a livello mondiale, un politico saggio che con la sua signorilità e con il distacco di uomo di scienza si poneva al di sopra delle fazioni,  Ministro della Pubblica Istruzione e successivamente dell’Economia Nazionale del Governo Fascista,  che, però, non aderì mai al partito di Mussolini, al contrario di Pirandello,ma soprattutto un  uomo di cultura, un profondo conoscitore e lettore dei fatti del tempo.

Presenti alla conferenza un pronipote dello stesso scienziato, Lupo Corbino e un  gruppo rappresentativo di studenti degli Istituti Superiori. Ai ragazzi la Presidente del Circolo, dott.ssa Gaetana Bruno Ferraguto ha rivolto un messaggio ben preciso:” Recuperiamo nella storia di Augusta quanto di meglio  è stato espresso dai suoi cittadini, nei vari settori di attività, per proiettarci verso un futuro migliore”.

In tal senso quasi sicuramente sarà istituito un apposito concorso annuale con relativa borsa di studio.

La serata, iniziata con una breve introduzione da parte del dott. Gaetano Gulino e con la presentazione della relatrice da parte de’ex sindaco Piero Castro, si è conclusa con un dibattito che ha confermato la calorosa  partecipazione del competente pubblico.

Gaetano Gulino

                        La testimonianza del liceale Giovanni Cirillo

Giorno 4 aprile si è tenuta nel salone di rappresentanza del Circolo Unione di Augusta una conferenza dal titolo “Orso Mario Corbino: scienza e società in Italia negli anni ’20-‘30”, a cui sono stati invitati tutti gli studenti e i docenti delle scuole di Augusta. Questa conferenza  è stata tenuta dalla prof.ssa Luisa Bonolis, docente nella  Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, la quale ci ha parlato in maniera molto approfondita di questo personaggio. Ma chi era Orso Mario Corbino? Domandando un po’ in giro si è scoperto che la maggior parte delle persone conosceva quest’uomo solo “per sentito dire”, associandolo solamente a una scuola  media e ai giardini pubblici  di Augusta intitolati a lui. Pochi sapevano che mestiere facesse o da dove venisse. Eppure è stato un nostro concittadino e un importante fisico e politico italiano. Nato nel 1876, figlio di artigiani pastai, all’età di appena vent’anni conseguì la laurea in Fisica all’Università di Palermo, in un periodo in cui gli studi scientifici erano messi in secondo piano: infatti a quell’epoca non esisteva ancora la ricerca e chi si laureava in Fisica era destinato esclusivamente all’insegnamento di quella disciplina . Ben presto ottenne la cattedra all’Università di Messina, per poi trasferirsi nel 1908 a Roma. Nonostante non fosse iscritto al partito fascista, negli anni ’20 divenne senatore del regno, ministro della pubblica istruzione e ministro dell’economia. Probabilmente durante la  marcia su Roma del 1922 conobbe Enrico Fermi, della generazione successiva alla sua, e insieme fondarono la  cosiddetta “scuola di Roma”, che attirò giovani promettenti in Fisica, i “ragazzi di Via Panisperna”, a quel tempo chiamati “ragazzi di Corbino”. Durante la sua vita incontrò diversi altri scienziati, tra cui Niels Bohr, Max Planck, Marie Curie. Morì di polmonite nel 1937. Nonostante le sue scoperte furono poco rilevanti, e certamente non possono essere paragonate a quelle degli scienziati sopra citati, e neppure allo stesso Fermi, fu un uomo di grande carisma, che credeva pienamente in ciò che faceva. Probabilmente l’invito dei ragazzi alla conferenza serviva proprio a questo: renderli consapevoli delle loro scelte, per non spingerli a fare qualcosa solo per i vantaggi economici che ne possono derivare, ma per indirizzarli verso ciò che a loro piace e che quindi devono portare avanti. E un po’ ci dispiace di aver conosciuto Corbino solo adesso, e attraverso una persona non augustana, ma ci fa piacere che questa docente l’abbia fatto rivivere in mezzo a noi, attraverso i discorsi e le testimonianze di chi lo ha conosciuto direttamente. Ed è bello sapere che anche Augusta vanta tra i suoi cittadini illustri scienziati come Orso Mario Corbino.

Giovanni Cirillo  Nella foto di Gaetano Gulino: da sin. Gaetana Bruno, Luisa Bonolis, Pietro Castro

LA LEGALITÀ SPIEGATA AI GIOVANI

BORSELL.jpgAUGUSTA – “La legalità è libertà”, credo che, con le parole di Johann Wolfgang Goethe, si possa riassumere lo spirito che è stato alla base della conferenza che si è tenuta giorno 27 Marzo presso il Teatro Comunale e che ha avuto per argomento, un tema sempre attuale, quello della legalità: relatore il Capitano Giuseppe Musto, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Augusta.  All’incontro, organizzato dal docente Alfio Castro, hanno partecipato tutte le classi quarte e quinte dei tre licei Megara.

Subito dopo il saluto del Dirigente Scolastico Maria Concetta Castorina e le presentazioni iniziali, la conferenza ha assunto un taglio esistenziale, più vicino alla realtà quotidiana. Il Capitano Musto ha infatti affermato sin da sùbito, che “è quasi impossibile dare una definizione di legalità senza cadere nell’errore di fare della retorica”. Troppo facile affermare, in maniera astratta, che la legalità, intesa come rispetto di regole, è  uno strumento, per dare forza a chi è più debole, per una più equa distribuzione delle risorse, secondo il merito o il bisogno. Più complesso è invece il rendersi conto che “per legalità si intende l’onestà del quotidiano”: tutti noi, per cambiare certe situazioni non proprio ottimali, dobbiamo impegnarci in prima persona, infatti “quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo, l’oceano avrebbe una goccia in meno” (Madre Teresa). Quando a Falcone degli studenti chiesero cosa dovessero fare per combattere la mafia, il magistrato rispose “Pagate il biglietto dell’autobus”. Già questo, che apparentemente può sembrare un gesto semplice, in realtà ci permette di essere liberi, liberi poiché si è sicuri di fare la cosa giusta. I veri eroi non sono dunque quelli dei film, ma “tutti coloro che, nonostante le mille difficoltà che il nostro Paese attraversa, riescono ad andare avanti onestamente.”  Una volta Paolo Borsellino disse “E’ bello morire per le proprie idee… chi ha il coraggio di sostenere i propri valori muore una volta sola, chi ha paura muore ogni giorno.” Questo cambiamento di mentalità può però avvenire solo partendo da incontri come questo e solo se ci rendiamo conto che imparare a comportarci in maniera legale vuol dire riconoscere che ciò è giusto indipendentemente dalla paura della punizione.  Ed è stata proprio la speranza che le cose un giorno potessero migliorare a spingere il Capitano Musto a scegliere quello che oggi è il suo lavoro, quando frequentava il liceo scientifico di Secondigliano, area napoletana in cui imperversava la camorra. Ed è stata sempre la fiducia nel proprio lavoro a permettergli di accettare il trasferimento nella nostra città di Augusta, considerata purtroppo “zona disagiata”.  Consapevole che il suo è un lavoro in “proiezione”, concetto che non deve essere disgiunto da un certo ottimismo, ci ha invitato a migliorare la nostra polis: in fondo una candela accesa può accendere mille candele spente. Ma mille candele spente non ne possono accendere neppure una.

     Martina Serra