GLI ARSENALI MILITARI DI SICILIA: UNA PAGINA DI STORIA E ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE

L’ ARSENALE DI MESSINA NEL XVI SECOLO E  L’ ARTE DEI REMERI

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  Il 25 febbraio 2012, dalle ore 18, presso l’Arsenale Militare di Messina, avrà luogo la mostra sul tema “L’arsenale Militare tra storia e archeologia industriale”, evento di particolare rilevanza organizzato dall’ Amm. Gianfrancesco Cremonini, Direttore dell’Agenzia Industria Difesa-Arsenale Militare di Messina, in sinergia con l’Associazione Culturale “Arsenale di Messina”. Il percorso museale, articolato in quattro tappe, prevede al “Fabbricato Artiglieria” la visione e l’approfondimento di due tematiche particolari per una città a vocazione marinara come Messina. L’Associazione Culturale “Arsenale di Messina” presenterà “L’Arsenale di Messina nel XVI secolo”. Nella seconda decade del Cinquecento, sotto l’imperatore Carlo V, si ebbe un forte impulso per la rinascita dell’Arsenale di Messina. La struttura navale messinese, sia per potenzialità che per posizione strategica, acquisì primaria importanza militare. Rapidamente potenziata e resa efficiente, incominciò a lavorare febbrilmente per costruire galee, galeotte, fuste e altro naviglio remico. Entro pochi decenni il vecchio arsenale, edificato di fianco al Palazzo Reale, si rivelò inadeguato, per le sue dimensioni, a far fronte alle necessità costruttive del momento. Approssimativamente, sulla base della cartografia dell’epoca, risultava costituito da cinque/sei capannoni ad arcate, in grado di ospitare non più di una dozzina di scafi in costruzione o in allestimento, con pochissimo spazio libero antistante da poter sfruttare per scali o invasi all’aperto. Nella seconda metà del XVI secolo una potente flotta ottomana assalì l’isola di Malta, sede dei Cavalieri Gerosolimitani, la quale dopo eroica resistenza si salvò per l’intervento di una squadra di galee, partita da Messina, inviata dal Viceré Don Garcia di Toledo. Questo evento indusse il Viceré a realizzare (1565) un nuovo e più grande arsenale. Si scelse un’area della zona falcata, nei pressi del forte SS. Salvatore. Sulla base della cartografia del Cinque-Seicento, il nuovo arsenale appare come una struttura di grandi dimensioni, occupante una vasta area della “falce” portuale (fra la Lanterna del Montorsoli e il forte del SS. Salvatore), costituita da una serie di lunghi capannoni, secondo i dettami della tecnica navale dell’epoca.  Nel 1571 con il concentramento a Messina della potente flotta della Lega Santa, i cantieri e gli arsenali mostrarono la propria efficienza e furono in grado di soddisfare le esigenze di centinaia di navi da guerra riunite sotto il comando del principe Don Giovanni d’Austria. La vittoria di Lepanto e il successivo rientro a Messina della flotta vittoriosa, che trascinò al seguito numerose galee ottomane, esaltarono le doti e le capacità organizzative delle strutture navali cittadine, nonché delle maestranze, sottoposte a un duro lavoro di rabberciamento e di riparazione delle numerose unità danneggiate in combattimento.

 

L’arte dei remèri: immagini di lavorazioni artigianali dei costruttori di remi e imbarcazioni della laguna di Venezia” sarà proposta a cura della “Marco Polo System g.e.i.e” e dell’Associazione “El Felze” di Venezia. Raccontare le vicende dei remèri e degli altri protagonisti dell’“industria del remo” è l’occasione per considerare la rilevanza delle arti nella Venezia storica e per sottolineare il valore indiscutibile del patrimonio di conoscenze depositato nell’artigianato veneziano, culla di maestria nautica di peculiare importanza, nel corso dei secoli, nell’area del Mediterraneo. Giuseppe Buonfiglio e Costanzo, nell’opera “Messina Città Nobilissima” (Venezia 1606), parlando dell’Arsenale di Messina scrive “[…] e nelle vicine case antiche sono ancora i ritegni delle pietre, dove i remieri riponevano i remi, peroche s’armava allora all’uso Venetiano […]”.

  Enrico  Casale

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Da un articolo apparso sul “Giornale di Augusta” n° 34 – giugno 2008 –

 

lavoro,marina militare,arsenale messina,augusta,augustanewsArsenale di Augusta: fiore all’occhiello della Marina Italiana

“[…] Federico II di Svevia non aveva dubbi sulla città di Augusta in seno alla politica economica attuata dopo le sanguinose repressioni storiche del 1232 che avrebbe portato ad una radicale trasformazione territoriale nella sicilia orientale ed alla conseguente decisione di edificarvi persino la città tra il 1232 e il 1234, soprattutto per motivi di ordine militare che scaturiscono dalla strategica posizione del luogo[…] Successivamente, il 1° luglio 1962 la nascita di MARINARSEN

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AUGUSTA; il 1° luglio 1963 diventa Sezione staccata di MARINARSEN MESSINA, per essere classificato “Ente” il 1° luglio 1984, divenendo autonomo e sede di Direzione il 24.6.1987…[…..] Nello stabilimento che potrebbe essere convertito in “Ente Pubblico Economico”, gli anziani arsenalotti guardano con nostalgia il passato, quando la professionalità delle maestranze operaie veniva esportata persino all’esterno, mentre in città correva voce che talune lavorazioni potevano essere effettuate “solo” in Arsenale per via delle ricche strutture e delle attività che venivano svolte nello stabilimento, alcune delle quali dismesse perché superate dal tempo: la falegnameria, l’officina fabbri, la camera iperbarica, la fonderia artigianale (tra le piu’ antiche di Sicilia e oggetto di studio da parte di organismi universitari), l’officina carpentieri in legno, l’officina siluri ed altre ancora…”

  Giuseppe  Tringali

 

OPERAZIONI DI POLIZIA, ARRESTATO UN 22ENNE PER RICETTAZIONE

 Augusta. Il 22 febbraio, gli agenti del locale commissariato, in esecuzione di  un ordine di carcerazione emesso dalla procura generale della Repubblica di Catania, hanno arrestato  il 22enne Ruben Schifitti,  che  deve espiare otto mesi di reclusione per il reato di ricettazione. Gli sono stati concessi i benefici  degli arresti domiciliari.

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Ad Avola i poliziotti hanno denunciato in stato di libertà quattro persone di età compresa tra i 69 ed i 25 anni per aver organizzato una serata danzante senza le previste e necessarie autorizzazioni di polizia.

 

Visita ispettiva sanitaria del 06 febbraio 2012 al Carcere di Augusta: inauditi i ritardi per l’assegnazione di fondi per il ripristino in toto di salubrità e sicurezza negli ambienti di lavoro

 

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Lettera aperta

Al Direttore della Casa di Reclusione Dr. GELARDI A. -AUGUSTA- E per conoscenza Al Provveditorato Amministrazione Penitenziaria Regionale –Sicilia Dr. Maurizio VENEZIANO -PALERMO- Al Provveditorato Amministrazione Penitenziaria Regionale –Sicilia – Servizio Tecnico -PALERMO- Al Comandante del reparto di Polizia Penitenziaria  Dott.ssa M. CALCATERRA -AUGUSTA- A tutte le OO.SS. Polizia Penitenziaria  SEDE A tutti gli Organi di Stampa  Loro Sedi

Egregio Dr. GELARDI, in riferimento alla nota/comunicazione del 08 settembre 2011 a firma degli  scriventi RLS (che si allega alla presente per facilità di consultazione), si rappresenta che  con l’inizio dei lavori di espurgo dei cunicoli “FINALMENTE” qualcosa si è iniziata ad intravedere. Molto poco, invero, rispetto all’ineccepibile interesse mostrato dalla Direzione dell’istituto verso i gravissimi problemi strutturali e igienico sanitari e di cui gli organi competenti sono stati abbondantemente notiziati. È avvilente, infatti, che nonostante la costante e puntuale informazione fornita sulle condizioni fatiscenti della struttura della C.R. di Augusta , pervenuta ai più anche tramite canali diversi dalla direzione, ancora oggi non sembra vi siano stati seri e risolutivi interventi economici per farvi fronte, considerato, altresì, che detta insostenibile situazione rende  l’istituto un luogo insicuro per tutti, operatori ed utenza.  Giorno dopo giorno aumentano i rischi per la sicurezza di tutti i lavoratori che gli scriventi rappresentano, i quali, anziché sentirsi tutelati dall’Amministrazione Penitenziaria che dovrebbe essere l’elite delle istituzioni statali, vivono in un clima decisamente infelice, tendente solo ad abbassare il livello morale e professionale anche dei dipendenti più dediti al lavoro. Gli operatori di polizia del settore non possono ritenersi professionalmente soddisfatti né tutelati solo per aver intravisto un inizio di lavori che, stando alla situazione attuale, non sembra poter decollare nella misura adeguata al gravissimo problema. Gli ultimi fatti accaduti pochi giorni addietro, riguardanti l’ennesimo cedimento delle inferriate esterne e lo scoppio e il cedimento della canna fumaria del gruppo elettrogeno, vanno ad aggiungersi ad una lunga lista di gravissimi problemi mai risolti. Si pensi al fatto che in caso di blackout l’istituto penitenziario resterebbe al buio totale: se questo non basta per indurre chi di competenza ad interventi immediati e soprattutto fattivi, allora non bisogna lamentarsi quando i lavoratori iniziano legittimamente a manifestare i propri disagi con ogni mezzo di cui si dispone. e semmai si dovesse verificare un incidente sul lavoro che pregiudichi più o meno seriamente l’incolumità del dipendente, cosa accadrebbe? Speriamo che mai si verifichi !

Ma di tutto ciò l’Amministrazione,  forse, non se ne rende ancora conto……….

 

Direttore, si tratta, come a Lei  ben noto, di situazioni davvero inaccettabili per i lavoratori, i quali operano quotidianamente in ambienti con seri rischi per l’incolumità fisica dei lavoratori (rif. nota 213 del 12.01.2012 del Comando Provinciale Vigili del fuoco cedimento inferriate ,  nota nr. 4344 direzione CR Augusta del 22.03.2010 e succ. riguardanti l’anello antincendio non funzionante,  nota Direzione CR Augusta n. 8158 del 27.05.2011 relativa alla presenza di serbatoi gas inutilizzati, scoppio e cedimento della canna fumaria gruppo elettrogeno del 26 gennaio 2012,  impianti elettrici non a norma, nota RLS del 23.11.2011 camminamento muro di cinta ecc.). E come se ciò non bastasse, a demotivare e creare ansia e stress ai dipendenti vi è anche la componente fondamentale della salubrità degli ambienti di lavoro: è dato sapere che con l’ unico stanziamento, di circa 50.000 euro, da parte della Cassa delle Ammende, per lo svuotamento dei cunicoli, pulitura pozzetti e rifacimento impianto di scarico e idrico delle sezioni detentive, si potrà intervenire solo per una limitatissima tranche di lavori, quali l’espurgo delle acque melmose ed, eventualmente,  un limitatissimo ripristino delle tubazioni di qualche cella. Or dunque, considerato quanto verbalizzato dal personale del SIAV (Servizio igiene degli ambienti di Vita – ASP 8 Siracusa), nelle visite ispettive effettuate il 25 luglio 2011 e il 6 febbraio 2012, nonché da quanto segnalato dalla S.V. agli Uffici Superiori dell’Amministrazione con nota n. 569 del 16.01.2012., gli scriventi non possono esimersi dal dichiarare che: l’aspetto relativo ai problemi carattere igienico-sanitario resta irrisolto, così come tutto il resto, a meno che non vi sia l’immediata assegnazione di fondi sufficienti per il proseguo dei lavori in maniera seria concreta al problema (euro 150.000), tra l’altro dalla S.V. chiaramente esplicitato nella nota nr. 15798 del 31.10.2011 di cui, per quanto di conoscenza ai RLS,  non si comprende come mai non si sia avuta ancora risposta da parte degli Uffici Superiori interessati sulla questione. Ancora, fondamentale sarebbe stanziare fondi necessari a rendere vivibili i reparti detentivi, luoghi ove il personale di polizia h 24 espleta la propria attività (vigilanza e osservazione, perquisioni, ecc.), con seri rischi igienico sanitari: “pareti scrostate, sanitari spesso mal ridotti, pulsometri per lo scarico dell’acqua usurati, locali docce fatiscenti, cancelli e portelloni di accesso alle tubazioni arrugginiti, vetri delle finestre lesionati e/o rotti ……..impianto di riscaldamento non funzionate, presenza rilevante insetti, infiltrazioni acqua piovana, mancanza impianto allarme, precarietà dei dispositivi elettrici delle celle ecc.”. Nella precedente comunicazione del giorno 8 settembre 2011  avevamo  definito la situazione strutturale della Casa di reclusione di Augusta “ESPLOSIVA” : ad oggi, purtroppo, non si può far altro che ribadire tale situazione! Dottor GELARDI, è stato molto apprezzato l’intervento immediato disposto da Lei e subito attuato dai Suoi collaboratori sulla messa in sicurezza degli spazi interessati dai possibili ulteriori cedimenti., anche perché realizzata con la sola manodopera da parte della M.O.F. e dell’Officina fabbri, quest’ultima tra l’altro definitivamente soppressa sempre per problemi di carattere economico. E’ proprio il caso di dire che piove sul bagnato! Comprenderà che pur dinanzi a tanta buona volontà, senza concreti interventi economici, non vi è margine per poter dichiarare gli ambienti di lavoro della struttura salubri e sicuri.  Si tratta infatti di minimi e temporanei interventi a cui devono seguire necessariamente opere risolutive del problema.  Direttore, alla luce di quanto sopra, gli scriventi, che già hanno dimostrato di saper attendere pazientemente ancora una volta (l’ultima invero) si sono prodigati a stemperare le tensioni ed il malessere che si percepisce fra tutti i dipendenti per le continue umiliazioni professionali da parte dell’Amministrazione, tra l’altro riuscendovi solo in parte. A ciò deve seguire l’immediato interesse dell’Amministrazione che una volta per tutte deve determinare stanziamenti economici adeguati al proseguo dei lavori già iniziati, a rendere salubri e sicuri i luoghi di lavoro dei reparti detentivi, e ad eliminare eventuali ulteriori strutture prossime a cedere. Immediato, altresì, deve essere l’intervento economico da disporre a favore del ripristino a regime del gruppo elettrogeno e del rifacimento dell’impianto antincendio (non funzionante) ed elettrico non a norma! Laddove terminati i lavori di espurgo dei cunicoli non si dovesse notare la continuità dei lavori in tutti i luoghi necessitanti di interventi (a cominciare dalle sezioni detentive – impianti di scarico, riscaldamenti ecc.), non si potrà più attendere, ragion per cui gli scriventi saranno costretti ad avviare tutte le procedure di propria competenza. Della irrisolta questione e dei rischi a cui viene posto quotidianamente il personale di p.p., ma anche l’utenza dell’istituto, si notizierà  la Procura della Repubblica presso il tribunale di Siracusa, Organo al quale, verrà chiesto di individuare eventuali responsabili  che hanno determinato negli anni una  “pericolosa” e “illegittima” situazione in un  contesto “particolare” e “delicato” come un istituto di pena. Per ovviare a mali peggiori, ribadiamo, sarebbe opportuno l’immediato stanziamento di fondi adeguati per gli interventi di cui la casa di reclusione necessita.  Tanto si rappresenta alla S.V. per doverosa notizia. Alle OO.SS. che leggono per conoscenza si chiede un ulteriore supporto affinché la sicurezza dei luoghi di lavoro per la Polizia penitenziaria di Augusta venga del tutto ripristinata a salvaguardia di tutti. Agli Organi di stampa con preghiera di pubblicazione affinché l’opinione pubblica abbia cognizione della reale situazione e condizione in cui gli operatori di Polizia Penitenziaria  sono costretti ad espletare la propria attività volta a garantire la sicurezza del Paese.

Augusta, 06 Febbraio. 2012   

  Michele PEDONE     Fabio D’AMICO – rappresentanti sicurezza luoghi lavoro polizia Penitenziaria

 

WORKSHOP CLOWN A PIEDE LIBERO

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 Progetto di formazione sull’arte del clown come strumento di peer education. “ Il clown è una figura molto difficile, perché contiene in sé tutta la gamma di emozioni di un uomo o una donna. Per accostarsi ad esso devi conoscere molto bene te stesso, devi esplorare con onestà la tua intimità” (Jacques Lecoq). Il Nouveau Clown è una figura umana il cui studio porta a un viaggio verso se stessi, un viaggio verso la propria fisicità e personalità. In questo workshop lo studio sull’arte del clown moderno viene integrato ad un lavoro di peer education con il coinvolgimento di un gruppo di ragazzi diversamente abili e di studenti delle scuole superiori per formare un gruppo di clown che effettueranno folli incursioni per la città di Noto durante i giorni dell’Infiorata. Ogni anno la terza domenica di maggio è dedicata all’ Infiorata considerata tra le più belle manifestazioni dell’intera Isola. E’ uno spettacolare tappeto di fiori steso sulla via Nicolaci, formato da gigantesche raffigurazioni che prendono forma in un susseguirsi di petali di fiori, dai colori e dalle forme più svariate. Noto città patrimonio dell’Unesco e capitale del Barocco siciliano. Il lavoro sul clown è un lavoro che andrà a toccare l’intimità più vera e profonda, un’intimità che andrà a comunicare con le intimità che incontrerà. Il naso è l’antenna del viso, è la parte più vicina a una persona quando la incontriamo. L’adulto solitamente ha un rifiuto istintivo del clown perché tocca le sue corde più intime e stuzzica il bambino interiore , e se questo bambino è stato ucciso o represso è ovvio che l’adulto rifiuti questo incontro catalogando il clown alla voce “diverso”, “qualcosa che non mi appartiene”, “qualcosa che mi minaccia”, “qualcosa che non è ben accetto”, qualcosa che ha altre regole e minaccia la nostra sicurezza. Non a caso la parola diverso e divertirsi hanno la stessa etimologia. L’associazione IL MURO da anni lavora a delineare una dimensione artistica e sociale del clown, inteso non in senso riduttivo come clown dacorsia, da ospedale o da circo ma Clown in quanto figura umana che opera nel vissuto collettivo che può intervenire o esibirsi ovunque, soprattuttoin contesti difficili, per veicolare emozioni, riflessioni e mettere in moto processi dell’animo molto personali e importanti.In tal senso la tecnica del Clown diventa uno strumento efficace di formazione e di intervento per lavoratori del terzo settore, operatori delvolontariato e attori o performer che voglio sviluppare un proprio stile o una personale poetica.Mentre per persone che vivono in situazioni a rischio, marginali o di disabilità l’utilizzo di questa pratica diventa mezzo o canale di libera espressione. Dunque l’uso del naso rosso è tecnica di rigenerazione di energia che diverte, emoziona e coinvolge a doppio senso : chi guarda e chi fa. Il workshop è uno studio di tecniche semplici e basilari, attraverso il gioco, lo studio di gag e soprattutto la presenza nello spazio e lapercezione immediata del momento che permette di improvvisare in qualsiasi situazione e creare relazioni divertenti e profonde con ilpubblico.Il lavoro è strutturato in due fasi:1)Workshop sull’arte del clown: la mattina si lavorerà sullo studio dei personaggi e affinamento della propria percettività. Il pomeriggioinvece insieme ai ragazzi del centro PDA per costruire e ideare le GAG per la messa in scena finale.2) CLOWN A PIEDE LIBERO: incursioni clown durante i giorni dell’INFIORATA.Il workshop è tenuto da Alessio Di Modica dell’associazione IL MURO in rete con Coop Soc. Iris che cura l’organizzazione generale dell’evento in collaborazione con il comune di Noto servizi sociali e delcentro PDA (Persone Diversamente Abili) Lunaria cura la promozione e l’invio di partecipanti internazionali al progetto. L’ospitalità ai partecipanti e avviene all’interno del villaggio turistico Isola blu all’interno di villette di proprietà del comune di Notoche sono state confiscate alla mafie e utilizzate a scopo sociale.Alla fine del workshop verrà rilasciata la certificazione di partecipazione dalla cooperativa IRIS e associazione IL MURO. Il workshop è a numero limitato, per informazione chiamare il numero 0931 991921 – 3384149595 o scrivere a areateatro@gmail.com  – Siamo tutti dei clown, crediamo tutti di essere belli, intelligenti e forti, mentre ognuno di noi ha le sue debolezze, i lati ridicoli che, rivelandosi, provocano il riso…il clown è colui che fa fiasco, che sbaglia il suo numero mettendo così lo spettatore in una condizione di superiorità. Con questo scacco rivela la sua natura umana e profonda, che ci fa commuovere e ridere”

Il corpo poetico di Lecoq