AUGUSTA E LENTINI, LO BELLO DENUNCIA INFILTRAZIONI MAFIOSE DURANTE IL BLOCCO

1365090957.jpgAUGUSTA.  Durante il blocco di rifornimenti di carburante e viveri di prima necessità attuato nei giorni scorsi, dagli esponenti del neonato movimento “Forza d’urto”, quello dei “forconi” – tanto per intenderci – ci sarebbero state infiltrazioni di elementi collusi con  le organizzazioni criminali, con la mafia,  detto alla spiccia. L’accusa non è né nuova né peregrina: se ne parlava giorni fa e, comunque, era stata affacciata come ipotesi, sostenuta dalla conoscenza,  da  parte di esperti,di uomini e cose dell’organizzazione verticistica che è “Cosanostra”.L’accusa è stata ufficialmente lanciata dal presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, alla trasmissione di Gal Lerner, L’Infedele, andata in onda lunedì 23 attraverso gli schermi di LA/7. Lo Bello ha sostenuto che a Lentini e ad Augusta sono stati visti uomini del genere e ha precisato che aveva lanciato tale accusa agl’inquirenti nei giorni immediatamente successivi all’evento.

    Giorgio  Casole

VOGLIAMO FAR RIALZARE LA SICILIA PARTENDO DALLA DARSENA DI AUGUSTA

volontari.jpgAUGUSTA. «Vogliamo bloccare i derivati del petrolio che escono dall’Isola. Inginocchiamo il nord che ci chiama parassiti per far rialzare la Sicilia. Chiediamola progressiva liberalizzazione totale dell’approvvigionamento di carburante da parte dei distributori. Prezzo dei carburanti uguale in tutta Italia a parità di marca, senza oscillazioni per territorio. Riduzione del prezzo del trasporto merci di pedaggi autostradali, tariffe navi e tariffe treni. Potenziamento della viabilità interna. Revisione delle limitazioni in materia di pesca. Parità del costo del credito per le imprese in tutto il territorio italiano». Queste rivendicazioni sono contenute in un volantino stampato e diffuso dai “Volontari per la Sicilia”,  piccoli imprenditori, operai, disoccupati e studenti  che hanno manifestato, domenica 22, nell’area della nuova darsena servizi del porto di Augusta, praticamente quasi sùbito dopo lo smantellamento del blocco dei “forconi”, per invitare gli operatori del porto a bloccare in modo pacifico le operazioni legate alle attività portuali legate al trasporto dei prodotti derivanti dal petrolio. I rappresentanti di questi “Volontari”dei manifestanti,  Marco Arena (Priolo), Fabio Di Maura (Melilli), Tony Di Silvestro e Antonio D’Amico (Augusta), hanno sottolineato che il loro intento  è stato quello  di manifestare in maniera civile e composta, chiamando a raccolta tutte le categorie produttive.  “Questa volta non vogliamo penalizzare i cittadini siciliani,com’è successo durante il blocco dei giorni scorsi,  ma vogliamo mettere in ginocchio l’Italia intera. E’ l’unico modo questo per poter essere ascoltati, spiegare i motivi e le ragioni del nostro disagio”: questo il loro  intento programmatico. Evidentemente, sono consapevoli che, grazie all’area Augusta-Priolo, viene servito, quanto a carburanti, un terzo dell’Italia.

Diletta Càsole

COMMOSSI FUNERALI PER GIUSEPPE RAPPARINI: ERA STATO PIU’ VOLTE ASSESSORE

cronaca,augusta,augustanewsAUGUSTA.”Non ho parole per la perdita improvvisa. Ho perso un amico e un valido collaboratore Pippo era una persona in gamba che mi ha sempre dato il suo sostegno. Era un politico vecchio stampo che lascia uno vuoto incolmabile nel mondo politico cittadino”. A parlare così, con questo forte accento di commozione, è stato Paolo Amato, capogruppo consiliare PdL alla Provincia, che ha seguito commosso, come moltissimi, i funerali  di Giuseppe Rapparini, celebrati nella chiesa di Santa Lucia. Giuseppe Rapparini era passato con il PdL di Paolo Amato, come molti ex socialisti hanno fatto, dopo la bufera di Tangentopoli e dopo la scomparsa del Partito socialista di Bettino Craxi, perché hanno visto in Berlusconi  il diretto continuatore della politica decisionista dello stesso Craxi. Rapparini, operaio all’arsenale della Marina Militare, figlio di operai e sindacalista, aveva assunto incarichi assessoriali nelle amministrazioni del secolo scorso che avevano la caratteristica di durare, in genere, non più di un anno, prima dell’elezione diretta del sindaco. La scomparsa di Rapparini è stata colta con incredulità, perché era sempre “visibile”,  in giro per le strade o a leggere giornali nei bar, a contatto con i cittadini comuni che ancora si rivolgevano a lui per qualche aiuto. L’infarto è stato fulminante. Rapparini lascia la moglie e tre figli.

Giulia Càsole