Sotto tiro il deposito costiero Maxcom di Augusta

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Augusta –L’Ugl/Fp ha presentato qualche giorno fa un esposto alla Procura della Repubblica di Siracusa per accertare eventuali emissioni maleodoranti provenienti dal deposito di combustibile della Maxcom di via Lavaggi ad Augusta.

Il testo della denuncia:

Con la presente, la scrivente O.S. porta all’attenzione di Codesta Autorità Giudiziaria, la situazione oramai invivibile dei dipendenti del Ministero della Difesa in servizio presso gli Uffici siti all’interno del Comprensorio Pantano Danieli di Augusta (Via della Stazione, s.n.c.). Suddetto Comprensorio, ove trovano ubicazione Uffici dell’Arsenale Militare Marittimo (Marinarsen), del Comando Servizi Base (Maribase) e tutta la Direzione Magazzini Supporto Navale (Diremag), è adiacente al Deposito Combustibile Costiero della Maxcom, sito in Via Lavaggi n° 152, e non risulta difficile immaginare ciò che giornalmente si è costretti a respirare con i conseguenti danni alla salute dovuti ad attività lavorative effettuate da Azienda Privata che non hanno nessun rapporto con l’Amministrazione Difesa e sulle quali la stessa pertanto non può nulla. Aria spesso irrespirabile e cattivi odori, senza ombra di dubbio dovuti alle emissioni nell’aria dei prodotti Maxcom. Emicranie, bruciori agli occhi ed alla bocca. Questo ciò che si è costretti a vivere soprattutto nelle prime ore pomeridiane. A Nostro avviso l’Ente che sarebbe dovuto fattivamente intervenire in tal senso è il Comune di Augusta, vietando le emissioni quanto meno in orari diurni. Ed effettivamente di questo eravamo stati informati, ed anche a mezzo stampa il Settore Ecologia del Comune di Augusta aveva rassicurato la cittadinanza che aveva vietato le emissioni alla Maxcom, oltre a comunicare che probabilmente trattavasi di emissioni contenenti acido solfidrico. Ma dato che la situazione risulta invariata ci chiediamo: E’ mai stata revocata l’autorizzazione alle emissioni? O la Maxcom non ha mai tenuto in considerazione tale divieto? Considerato che a più di 3 (tre) anni dal primo Ns. intervento con il Settore Ecologia del Comune di Augusta, nulla di “tangibile” si riscontra, e non essendo di Nostra competenza risolvere tale quesito, chiediamo un intervento, onde evitare il protrarsi di una situazione ormai insostenibile, per i lavoratori della Difesa e delle Aziende Private dell’indotto che giornalmente orbitano nel “Pantano Danieli”.

Giuseppe PICCIONE  –  Segretario Provinciale UGL-INTESA FP

 

Intervista al Patriarca Siro – Cattolico Ignace Youssif III Younan – di G. Intravaia

In Siria siamo di fronte a una rivolta confessionale

 

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Non solo rivendicazioni democratiche a Damasco. Per il patriarca di Antiochia dei Siri Ignace Youssif III Younan quel che è in atto in Siria «è la rivolta di una maggioranza sunnita che si sente oppressa da una minoranza alawita» e i leaders delle minoranze cristiane sono «delusi e frustrati» dalle reazioni delle cancellerie occidentali che «per opportunismo economico» tacciono con l’Arabia Saudita e «accusano di totalitarismo quello che è uno dei regimi più laici del Medio Oriente». Siriano di nascita, 66 anni, il Patriarca, originario di Hassakeh, segue con preoccupazione gli sviluppi della rivolta: << Solo un terzo interlocutore neutrale>> dice  << accettato da entrambe le parti può far ripartire il dialogo fra governo e oppositori ed evitare una guerra civile >>.  

La repressione in Siria sfiora ormai quota 2.000 vittime. Ci sono ancora margini per delle riforme?

<< Penso che un tempo ragionevole si debba concedere   : tutti sono d’accordo – opposizioni e regime – sulla necessità di riforme, ma non a costo della violenza. E c’è stata violenza anche da parte dei manifestanti e non solo da parte dell’esercito. Il problema principale di quello che sta avvenendo in Siria è che si tratta innanzitutto di una rivolta confessionale, che può sfociare in uno scontro interconfessionale come si è visto in Iraq. In Siria è in atto la rivolta di una maggioranza Sunnita che si sente oppressa da una minoranza Alawita: questo è il cuore del problema >>

Sulla base di quali elementi la definisce una rivolta confessionale?

<< La gran parte dei manifestanti non chiede diritti di cittadinanza per tutti, ma i sunniti, che sono la maggioranza, in nome della democrazia stanno reclamando più diritti di quelli concessi agli Alawiti. E qui sta la tragedia: nel confessionalismo, nella mancata separazione fra fede e politica, nel non riuscire a formulare delle richieste che siano valide per tutti i siriani a prescindere dalla comunità di appartenenza. Voi occidentali vi ostinate a non capire il vero problema del mondo arabo: finché i governanti, i Parlamenti non verranno obbligati a distinguere lo Stato dalla religione, non ci sarà pluralismo, democrazia vera, tutela delle minoranze in questa parte del mondo >>

Sono inutili le sanzioni economiche, peraltro blande, comminate alla Siria?

<< Il problema è che in questa parte del mondo c’è il petrolio. E il petrolio è oro nero, in un momento nel quale l’economia globale sta andando a picco. Io credo che i Paesi Arabi debbano essere aiutati a costruire dei regimi democratici basati sul rispetto dei diritti civili e sull’uguaglianza dei cittadini mediante innanzitutto la separazione tra politica e religione. Ma questo andrebbe fatto a partire dall’Arabia Saudita, vista l’enorme influenza religiosa che esercita sulla regione. Invece la grande tragedia è che chi può fare pressioni non le fa: perché chi fa affari con i Sauditi non ha il coraggio di dirlo. Il risultato è che con queste sanzioni l’Occidente intende intimidire l’Iran per tenerlo sulla corda, poiché prima o poi potrebbe toccare anche a quella Nazione ……… Ma così facendo temo che si otterrà  l’effetto contrario: tutto questo creerà un caos orribile che condurrà a una guerra civile che noi non vogliamo >>

Perché parla di violenza da parte dei manifestanti?

<< Io parlo tutti i giorni con la mia gente in Siria, e una cosa è certa: molti di questi manifestanti sono gente buona e pacifica, ma ci sono anche gruppi violenti. I cittadini hanno paura. Vi siete chiesti come mai tutte le manifestazioni avvengano proprio di venerdì all’uscita delle moschee? C’è qualcosa che non va in questa tempistica. Ci sono alcuni che proclamano che a causa dei regimi totalitari non sono rimaste che le moschee dove «verità, diritti umani e giustizia sono stati risparmiati!». È evidente che c’è qualcuno che è istigato da chi predica nelle moschee. Anche i dati sulle vittime sono eloquenti :   si stimano 1.800 morti, compresi 500 soldati uccisi >>

Lei non crede a chi afferma che questi soldati sarebbero essi stessi vittime delle forze di sicurezza, giustiziati dai capi dell’esercito perché rifiutano di sparare sulla folla?

<< Questa è una delle versioni in circolazione: non è l’unica. I social network hanno unito le persone, ma hanno messo in circolazione anche tante notizie false, rilanciate in assenza di riscontri. Io non nego che ci sia bisogno di riforme, ma faccio presente che molta gente sta dalla parte del regime. Fino a pochi mesi fa il Presidente Bashar al Assad andava da una città all’altra quasi senza scorta, di sicuro era ben accolto dalla popolazione. Ora è stato trascinato da questa rivolta ed è sottoposto a pressioni fortissime, ma non è con la violenza che si può spingere un capo di Stato a cadere ed un regime a dei cambiamenti >>

Chi sta procurando le armi ai rivoltosi?

<< Il Medio Oriente è pieno di armi, non è certo difficile procurarsele. In Libia la rivolta non è partita prima che la lotta armata fosse stata organizzata, lo Yemen – com’è noto – è sommerso dalle armi. L’Iraq non è purtroppo diverso. Allora non c’è da stupirsi se anche in Siria si sappia come trovare armi >>

Ma chi può aver interesse a rovesciare gli Assad?

<< Le ripeto che è in atto un conflitto confessionale. Non è un mistero quali nazioni e organizzazioni arabe appoggino i sunniti contro l’eventualità di un’egemonia sciita in alcune regioni del Medio Oriente >>

Nel caso che le forze armate continuino a sparare a oltranza sui manifestanti, cosa può sbloccare questo macabro stallo?

<< Ritengo indispensabile l’intervento di osservatori internazionali che accompagnino il governo e i rivoltosi ad avviare una trattativa. Penso che l’unica via d’uscita possibile sia avere un terzo interlocutore neutrale accettato da entrambe le parti che collabori per arrivare a delle riforme vere, non di facciata. Come siriani e come rappresentanti della Chiesa ci sentiamo delusi e frustrati dall’Europa e dagli Stati Uniti, che anziché accompagnare il processo di democratizzazione hanno accusato di essere totalitario quello che è uno dei regimi più laici della regione, molto più dell’Egitto e certamente più dell’Arabia Saudita. Sì, è vero che in Siria c’è oppressione e ci sono stati molti morti, ma si deve anche cercare di capire quello che sta succedendo a livello regionale e come si possa arrivare a delle riforme evitando una guerra civile >>

 

CONCLUSE LE MANIFESTAZIONI A LEPANTO

FOTO N. 2.JPGMessina 10 ottobre 2011 – Si sono concluse in Grecia le manifestazioni commemorative organizzate nei giorni 8, 9 e 10 ottobre 2011 dalle Autorità di Νafpaktos (Lepanto) in occasione del 440° anniversario della Battaglia di Lepanto.

Presenti nella storica cittadina ellenica il dott. Fortunato Manti e il prof. Enzo Caruso, rispettivamente presidente dell’Associazione Culturale “Aurora” e direttore artistico della “rievocazione storica dello sbarco a Messina di don Giovanni d’Austria e saluto del Senato”, manifestazione promossa in sinergia con la Marco Polo System di Venezia che ha avuto luogo, per il terzo anno consecutivo, la scorsa estate nel capoluogo peloritano.  Intenso il calendario degli appuntamenti lo scorso fine settimana. L’amministrazione della storica cittadina greca ha impostato le manifestazioni sia all’insegna dello spettacolo che della cultura. Questa edizione è stata dedicata alla città di Venezia, rappresentata con figuranti in costumi d’epoca, arti e mestieri veneziani, gondolieri che cantavano per le strade e cuochi intenti a proporre le prelibatezze della cucina cinquecentesca.  Venerdì mattina presso il Comune di Messolonghi, dove la delegazione messinese è stata ricevuta dalla la Dott.ssa Nausica Capnissi, membro del Consiglio del Centro Culturale della Municipalità di Messolonghi e dal Consigliere Municipale George Kassavetis. Nel pomeriggio nuovo appuntamento con Yannis Kanìs, Presidente del Gruppo Nautico di Messolonghi, al quale, a nome del dott. Carmelo Recupero Presidente della Sezione di Messina della Lega Navale Italiana, è stato consegnato il Crest dell’importante istituzione marinara. In serata l’incontro e lo scambio dei doni con il Sindaco di Νafpaktos (Lepanto), dott. Yiannis Boules, accompagnato dalla dott.ssa Maria Ziampara e dal dott. Christo Salamouras, rispettivamente assessori alla cultura e all’ambiente del comune greco.

  Enrico Casale