La festa dei morti in Sicilia

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Il giorno  dedicato alla commemorazione dei defunti, per i siciliani “doc” è il giorno della “festa dei morti”, una ricorrenza molto cara che si perde nella notte dei tempi, risalente addirittura al X secolo. Per rievocare le figure dei familiari defunti,  infatti, fino a qualche tempo fa si raccontava  ai bambini siciliani che durante la notte tra l’ 1 e il 2 novembre avrebbero ricevuto le visite dei morti, generalmente nonni o familiari defunti i quali, gironzolando in casa in punta di piedi per non farsi scoprire,  avrebbero nascosto per  loro, negli angoli più remoti dell’abitazione,  giocattoli e regali di ogni tipo, segno del loro eterno e infinito amore. Il più delle volte questi doni coincidevano proprio col frutto dei desideri dei piccoli, desideri segretamente confessati  prima ai genitori. I meno giovani ricorderanno certamente l’emozione di quelle notti insonne, un po’ per la paura di imbattersi in quel tipo di incontro e un po’ per il tentativo di svelarne  il  mistero  in attesa che arrivasse presto il giorno,  per dare così inizio a una vera e propria caccia al tesoro dentro casa, dove mamma e papà si divertivano ad aiutare i loro  picciriddi” nella ricerca di questi preziosi doni.

festa dei morti,commemorazione dei defunti,augusta,sicilia,augustanewsCi si chiede: cosa avrebbe potuto desiderare all’epoca un “picciriddu” siciliano come regalo per la festa dei morti?? Ancora oggi questo è un mistero; si sa solo che dalle prime luci dell’alba, il 2 novembre, i ragazzini andavano in giro “armati” fino ai denti  con pistole, fucili, mitragliatrici e mortaretti di ogni tipo, giocattoli si intende, quasi a voler simulare una guerra civile. Ordunque, malgrado il cellulare fosse solo quello in dotazione alle forze dell’ordine e del telefono, in genere, si fosse venuti a conoscenza poiché si diceva  essere stata una grande invenzione, ancora oggi non s’è capito bene come questi picciriddi riuscissero a organizzarsi in tempi così rapidi, seppur per gioco,  nella formazione di bande rivali, dotate di munizionamenti e in grado di spararsi  incessantemente a vicenda per qualche giorno di fila, dall’alba al tramonto; le picciridde invece, si sa, normalmente  in quei giorni stavano chiuse in casa a pettinare le bambole ricevute in regalo, sempre dai loro morti, per non correre il rischio di essere usate come bersagli mobili dai picciriddi armati e appostati come cecchini,  in ogni angolo di strada.

Questo succedeva solo ieri, mentre oggi per la “festa dei morti” sono rimaste le tradizionali fiere, che si svolgono in molte parti della Sicilia,  dove si possono ancora  trovare  bancarelle di giocattoli e oggetti vari per il regalo ai bambini.  Oltre a giocattoli di ogni sorta, esiste comunque l’usanza di regalare scarpe nuove, talvolta piene di dolcetti, come i particolari biscotti tipici di questa festa:  i ossa i mottu o i pupatelli ripieni di mandorle tostate, i taralli,  ciambelle rivestite di glassa zuccherata, i nucatoli  e i totò,  bianchi e marroni, mentre frutta secca, cioccolatini e  frutta martorana riempiono il tipico cesto, assieme alle primizie di stagione.

Infine, in alcune zone della  Sicilia viene ancora oggi  preparata la muffoletta, quasi  a imitazione dell’ ancor più nota colazione anglosassone, consistente in una  pagnottella calda che si consuma la mattina del giorno dei morti, condita  con olio, sale, pepe, origano, filetti di acciuga sott’olio e qualche fettina di formaggio primosale pepato.

  Giuseppe  Tringali

 

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Era mio padre: augustano di adozione,  pugliese d’origine, che tanto si spese in favore degli emigranti –   Poesia di Giorgio Càsole

 

 

SUL FREDDO MARMO

 

Sul freddo marmo t’abbiamo allungato,

papà, che fino a ieri sorridevi

quando ancora ti recavi al lavoro

a passi faticosi e lenti, vivo

come il ragazzo dal lungo avvenire

verso la nuova terra a te feconda

dalla patria bella ormai lontano.

 

La gente contagiava il tuo sorriso

schietto e leale stampato nel cuore:

tutti ci hai amati di grande amore

e fino all’ultimo hai pensato a me

primo della tua prole, incapace

oggi di trovare giuste parole

perché eri il più buono dei papà,

le lacrime, sì, non solo di pianto

ma d’atroce rimorso e di rimpianto.

 

Tu hai fatto cenno e non l’ho capito

ch’era arrivato il momento supremo:

tu l’hai toccato: io ero svanito.

Ti chiedo ora perdono e tu non senti

qui giaci spoglio d’ogni sentimento

altrove sei stella del firmamento.

 

Mi rifugerò nella mia stanza

ma non verrai più, papà, per chiamarmi.

E io forse non t’ho amato abbastanza.

Davvero ora è morta la giovinezza.

Di te, papà, vive la tenerezza

e i tuoi figli con altra prole accanto.

 

 

ARTISTICAMENTE ABILI

Ad Augusta la 1^ estemporanea di pittura/arti grafiche per diversamente abili

 disabili,solidarietà,arte e pittura

Augusta. Domenica  30 ottobre  le associazioni “A.S.D. Nuova Augusta Sport Disabili”, “L’Albero di Andrea” Onlus di Giarre e “Associazione Filippide” sezione di Siracusa,  in collaborazione con l’Alto Comando della Marina Militare di Augusta e la Guardia Costiera Ausiliaria di Augusta, organizzano,  grazie alla disponibilità del Circolo Ricreativo Dipendenti Difesa (C.R.D.D.) di Punta Izzo – Augusta, una giornata in favore dei ragazzi diversamente abili intitolata “ARTISTICAMENTE ABILI”.

Alla giornata parteciperanno oltre una cinquantina di ragazzi diversamente abili che saranno impegnati a esprimere la propria creatività in varie forme artistiche e pittoriche, con il supporto di insegnanti di disegno. Le creazioni dei ragazzi saranno esposte presso i locali del C.R.D.D. dando vita a una mostra estemporanea finalizzata alla loro vendita per raccogliere fondi destinati alle stesse associazioni. 

     U.S.

LA FIACCOLATA E IL MUSCATELLO: SORBELLO? PRESENTE!, CARRUBBA? ASSENTE! – di Giorgio Càsole

fiac.jpgA Lentini stanziati 40 mila euro per sfamare 2oo persone in tempi di crisi

AUGUSTA. Alle  6 del pomeriggio di lunedì 17 ottobre in Piazza Duomo c’è un capannello  di gente. La popolazione è stata informata attraverso locandine e social network. Per quell’ora è stato fissato in quella piazza il luogo d’incontro e di partenza per una fiaccolata in difesa del Muscatello, l’ospedale civico , cioè pubblico, che, per decreto del’assessore regionale alla salute, Russo, dev’essere privato di due importanti reparti: quello di ostetricia-ginecologia e quello di pediatria, da trasferire a Lentini,, secondo un piano di “rifunzionalizzazione”, orribile termine per indicare che la sanità pubblica è diventata troppo onerosa  e occorre  articolare meglio sul territorio le risorse per evitare sprechi e, quindi, per risparmiare. Ci sono alcune considerazioni da fare. La prima: non siamo nel nord Italia, dove ci sono cittadine molto vicine l’una all’altra con piccoli e anche efficienti ospedali pubblici, ma non più in grado di soddisfare al meglio tutte le esigenze dell’attuale società tecnologicamente avanzata,che ha necessità di costosissime attrezzature(risonanza magnetica, camera iperbarica), sì che è meglio specializzare gli stessi nosocomi vicini, dando la possibilità all’utenza di rivolgersi all’uno o all’altro a seconda delle esigenze, ricevendo da ciascuno il meglio in fatto di persone e di mezzi; la seconda: Il Muscatello di Augusta serve un ampio bacino di utenza, che comprende più comuni ed è ubicato i un’area considerata già nel 1990, dallo stesso ministero dell’ambiente, ad alto rischio di crisi ambientale, come quelle di Milazzo e di Gela: per queste aree la stessa Regione Sicilia, con propria legge, ha deciso il “potenziamento” non già il depauperamento degli ospedali: ergo, il Muscatello, a norma di legge, non dovrebbe subire alcun taglio, ma  dovrebbe essere, appunto, potenziato; non volendo far questo e non volendo/potendo andare contro legge si adopera l’orrendo neologismo del burocratese: rifunzionalizzazione

terza considerazione: in loco, in territorio di Augusta, cioè, esiste una struttura privata “Villa Salus”, nata come clinica ortopedica per integrarsi con il Muscatello, privo  delò rerparto di ortopedia e traumatologia, divenuta nel tempo una’imponente struttura che fa concorrenza al civico nosocomio perché è in regime di convenzione:riceve, cioè, soldi pubblici: quarta considerazione:  Lentini ha espresso un deputato regionale, Gennuso, militante nell’MpA, Movimento per l’Autonomia, fondato e guidato da quel “governatore” Lombardo che è a capo della Regione Siciliana ed è il responsabile massimo della “rifunzionalizzazione”, malattia  che ha colpito molti nosocomi siciliani.

Lo stessa mattina della fiaccolata a Lentini viene inaugurato in pompa magna il nuovo ospedale, presente lo stesso Lombardo dallo sguardo sfuggente (non guarda mai la telecamera e volta lo sguardo da un parte e dall’altra)presente, pour cause, il direttore generale dell’ASP siracusana, Franco Maniscalco che ha stanziato la bella somma di 40 000 euro (avete letto bene: quarantamila) per l’evento, che prevede un catering, cioè una “mangiata”, per usare un termine schiettamente nostro, per duecento persone, alla faccia della crisi, della necessità del risparmio che viene chiesto sempre ai poveri cristi. Ovviamente, a Lentini e a Carlentini sono tutti  arcifelici perché, finalmente, dopo un’attesa di vent’anni vedono aperto e in funzione il nuovo ospedale: quello vecchio, vicino al cimitero, fa logisticamente e esteticamente schifo. Il nuovo ospedale è bellissimo a vedersi, posto in collina, lontano dal centro, in un luogo che si pensa non inquinato. Ma è grande, troppo grande per i tempi odierni,  concepito e progettato in tempi di benessere. Bisogna riempirlo. E allora che fare? Occorre “rifunzionalizzare”, cioè,  ridurre la spesa.  Secondo questa logica,  i piccoli ospedali non possono più esistere, anche perché  le nuove tecnologie, tac, risonanza, camera iperbarica, costano e non è possibile dotare ogni struttura di queste tecnologie. Le cliniche private, convenzionate con il Servizio sanitario Nazionale, però, ne sono tutte fornite. Lentini ha un ospedale nuovissimo, ma troppo grande, , Lentini ha un deputato dell’MPA, combattivo e tenace, che minaccia d’incatenarsi a favore del nuovo ospedale, e, allora, che si fa? Niente di meglio che, nell’ottica della “rifunzionalizzazione” togliere alcuni reparti dall’ospedale di Augusta e accorparli a quelli di Lentini,  andando contro una legge della stessa Regione siciliana che prevede il potenziamento degli ospedali nelle aree ad alto rischio di crisi ambientale, quale indubbiamente è quella di Augusta, e nonostante i milioni di euro spesi per il nuovo padiglione, per migliorare il quale sono stati già stanziati circa 10 milioni di euro. Un padiglione che da anni ormai è abbandonato, non utilizzato, mentre continuiamo a pagare gli affitti per gli ambulatori che sono ubicati nel cosiddetto palazzo di vetro di Via Trieste, in locali di proprietà di Pippo Amara. Un fiume di denaro pubblico speso e da spendere che  sembra non preoccupare più di tanto Franco Maniscalco che si fa ritrarre sorridente a tutti denti sulla copertina di un giornale aziendale finanziato sempre con soldi pubblici. I poveri cristi augustani non ci stanno. Non ci stanno a perdere il proprio ospedale, perché, perdendo i due reparti di ginecologia e pediatria, il rischio è di perdere l’ospedale in quanto tale, giacché non si può definire ospedale una struttura con meno di 120 posti letto. C’è da aggiungere che, disgraziatamente, per quanto riguarda ginecologia, non sono più i tempi del primario Salvatore Paci, la cui fama attirava mamme a frotte da fuori Augusta. Anche il reparto di Medicina non vive tempi gloriosi. C’è chi sostiene, e forse non a torto, che il disegno politico a favore di Lentini prevedeva l’abbassamento della qualità nei reparti, per dimostrare che l’utenza s’è abbassata e non si possono mantenere doppioni in un  territorio così strutturato. I poveri cristi augustani da tre anni hanno intuìto il disegno e da tre anni organizzano manifestazioni a a favore del mantenimento e dell’integrità del Muscatello.  In un primo momento il primo cittadino, Carrubba, è sembrato favorevole toto corde a ogni iniziativa, aggiungendo di voler seguire le vie legali, come il fallimentare ricorso al TAR, per tutelare il Muscatello, senza mai arrivare alla decisione che prese nel 1960 l’allora vicesindaco Giovanni saraceno di occupare porto e altri gangli vitali di Augusta per difendere l’unità amministrativa del porto di Augusta. Il decreto ministeriale era già pronto. La rivolta popolare, guidata, appunto da Saraceno,  che non provocò danni né alle persone né alle cose, fu così efficace, specie anche  perché bloccò l’attività portuale vitale per i rifornimenti nazionali di carburante, da far annullare il decreto e tutto tornò come prima. Il decreto assessoriale per “scippare” il Muscatello di altri due reparti – quello di psichiatria era stato scippato prima – è ancora in pieno vigore. Il primo cittadino si è defilato, forse perché ha in animo di candidarsi alle prossime regionali proprio nel partito di Lombardo. I poveri cristi augustani alla fiaccolata del 17 ottobre  sono diventato un serpente umano che s’è ingrossato a mano a mano che ci si avvicinava al Muscatello, dopo aver attraversato da Piazza Duomo, Via Principe Umberto e, dopo la Porta Spagnola, Via Lavaggi e Viale Italia, con l’animazione dei giovani che urlavano slogan contro Carrubba, la cui assenza era rimarcata dalla vistosa presenza del sindaco di Melilli, Sorbello, in prima fila con la fascia tricolore. Mescolato in mezzo alla folla il deputato dell’ARS Vinciullo,che, recentemente, s’è  scagliato contro Franco Maniscalco per la “scomparsa” prima e la”rottamazione” dopo della camera iperbarica per il Muscatello, costata 5oo milioni di lire e mai entrata in funzione. Fra i dimostranti incontriamo Luigi Marino, ex consigliere e assessore democristiano, che se la prende con chi non partecipa alla manifestazione. “Gl’indifferenti fanno il gioco del nemico”, afferma Marino. In poco tempo i partecipanti alla fiaccolata diventano circa mille e cinquecento. I poveri cristi augustani, organizzati in comitato, hanno deciso la fiaccolata del 17 ottobre, dopo l’ultima, fallimentare, del 27settembre, non solo come contraltare all’inaugurazione “pantagruelica” dell’ospedale di Lentini, ma come fatto simbolico, per significare che la fiaccola è  ancora viva. Fino a quando?

 Giorgio Càsole 

LECTURA DANTIS, che cos’è?

“Considerate la vostra semenza – fatti non foste a viver come bruti – ma per seguir virtute e conoscenza”

lectura dantis.jpgAUGUSTA. Per la prima volta ad Augusta dopo ben 50 anni, in data 29/09/2011,  si è tenuta nella chiesa Sacro Cuore una Lectura Dantis, curata dall’associazione culturale Teatro Gruppo,  con il patrocinio della Provincia Regionale. Raffinata interpretazione e relativo commento ad opera del prof. Giorgio Casole, arricchita dalle calzanti note di sottofondo d’organo del giovane pianista Mauro Farina. Una scenografia naturale, essenziale, come si addice ad una tale autorevole declamazione. Cos’è innanzitutto una Lectura Dantis? Si tratta di un momento di interpretazione esegetica dei Canti della Divina Commedia che si articola in due tempi: in primis la lectura espressiva o declamazione, seguita dalla lectura esegetica o commento. La tradizione secolare si fa risalire alle lezioni di Giovanni Boccaccio, ma si possono citare numerosi altri esperimenti da Vittorio Gassman, a Sermonti o ancora al regista e attore Roberto Benigni, i quali, pur rivisitando il modello classico, hanno conferito ciascuno una peculiare autonomia di interpretazione alla ben nota opera. Insomma un tentativo tutt’altro che semplice, quello di dare nuova vita, di prestare voce e spirito ad un’opera che, nonostante il passare degli anni, appare sempre così attuale e capace di creare delicati moti dell’animo. Il viaggio di Dante attraverso i tre regni dell’oltretomba rappresenta metaforicamente il viaggio dell’uomo verso il sommo amore. Nell’inferno una fitta selva avviluppa e imprigiona un uomo, Dante, che canta il suo desiderio di andare oltre l’oscurità che lo circonda. Da uno spiraglio di luce intravede l’amata Beatrice e ode la sua voce che gli instilla coraggio.

Giunto in cima al Monte del Purgatorio, egli si trova ancora in una foresta, simile alla selva nella quale aveva iniziato il viaggio, ma è una foresta piena di luce così come, grazie al viaggio compiuto, è profondamente differente l’uomo Dante. Quando finalmente Beatrice gli va incontro, sorprendentemente, ella lo rimprovera accusandolo di aver tradito il suo amore, ma egli, dopo aver riconosciuto la sua colpa, conclude insieme all’amata il viaggio. Beatrice e Dante cantano dunque la bellezza dell’Amore. La gioia di Dante esplode  finale, dove ogni personaggio canta l’ “Amor che move il sole e l’altre stelle”.  La Divina Commedia è dunque amore, passione, ma anche vizio, peccato, perdizione, è paradiso e allo stesso tempo inferno, buio e oscurità,  tenebre e luce.  Una voce esperta ci ha regalato queste emozioni e personalmente credo che ogni uomo d’animo sensibile presente in chiesa abbia recepito con grande intensità la vasta portata di questo pathos poetico. Personalmente ho molto apprezzato il tono e l’impostazione artistica di questa lectura. Onore e onere di tale esperimento va al docente Giorgio Casole, protagonista dell’evento culturale che è apparso molto apprezzato e gradito. Da dove nasce quest’idea? Dalla volontà del prof di avvicinare quanto più possibile la cittadinanza augustana, e in particolare i giovani, a tale momento poetico al fine di creare non solo una specie di “cenacolo poetico” dove assaporare le luci e i colori della cultura ma soprattutto per evidenziare l’attualità, l’immortalità dei versi danteschi, per rimettere tutto in discussione e dibattervi sopra, per riportare la Divina Commedia a nuova vita, dal bianco e nero del libro di testo direttamente sulla scena con i suoi vividi colori. Purtroppo non sempre esiste, nella ristrettezza degli orari scolastici, la possibilità di far conoscere tutta la letteratura italiana al meglio, al punto tale da amarla. Si focalizza l’attenzione su alcune opere e si rischia di tralasciare ciò che è più nuovo, il moderno, gli scrittori sperimentali e di rendere invece statici e privi di dinamismo pregevoli scritti italiani del passato. Eppure tra questi ultimi ce ne sono alcuni imperituri che non possono né devono andare dimenticati o svalutati. Di certo confinare l’egregio Dante alla semplice “parafrasi dell’ora di italiano”, per poi chiudere quaderni e libri e spostare l’attenzione su altri argomenti è quasi un delitto: pertanto è forse questo l’unico modo di tentare un approccio più approfondito ed esclusivo dell’argomento ovvero dar luogo e partecipare a eventi culturali di tal genere. Si spera pertanto che questo sia solo un inizio e che si possa ripetere l’esperienza al più presto presso le scuole o anche in altre sedi, specie nelle chiese per creare un’atmosfera consona al clima culturale, nelle quali trovare lo spazio e il tempo per una dimensione culturale di pregevole finitura.

Carmelo F. G. Intravaia

Il “Giornale di Augusta”

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giornale di augusta,periodicoIn questi giorni troverete in edicola, al costo di appena 1,20 €, il n° 42 del Giornale di Augusta, di Leonardi editore, fondato nel 1976 e diretto da Giorgio Càsole. La bellissima copertina, in questo numero  ritrae una donna che allatta il proprio bambino, con titolo “Mamma di Augusta, bimbo di Lentini”, per via del trasferimento del reparto di ostetricia, dall’ ospedale Muscatello di Augusta all’ospedale di Lentini.

Un altro interessante quanto inquietante articolo racconta come Anders Behring Breivik, colui che è stato definito il più grande mostro dopo la seconda guerra mondiale, il  mostro di Oslo,  avesse posto la sua attenzione anche nel nostro territorio per far saltare gli impianti petrolchimici italiani, prime fra tutte proprio le  raffinerie di Augusta – Priolo, Gela e Milazzo.

Potrete collezionare il periodico Giornale di Augusta, stampato a colori e su carta lucida, con i suoi inserti fotografici da staccare e conservare a parte, al prezzo di un qualsiasi quotidiano prodotto in carta riciclata, perché il Giornale di Augusta è  l’unico, elegante periodico di interesse cittadino… e non solo. 

Il Giornale di Augusta non percepisce finanziamenti editoriali. Sosteniamolo.

 G.  T.

CONTRO LE DISCARICHE ABUSIVE TOLLERANZA ZERO CON LE TELECAMERE

Coordinatore l’augustano Domenico Morello

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Il Presidente della Provincia regionale di Siracusa, Bono, e l’assessore provinciale all’Ambiente Giuseppe Poidomani hanno presenziato all’installazione della prima telecamera per il controllo di aree del territorio  utilizza tedi fatto come discariche abusive. La prima telecamera è stata installata nei pressi della Grotta del Monello, sulla provinciale Cassibile-Floridia. “Si tratta di un esperimento innovativo” – ha dichiarato Bono – “che ci aiuta nella prevenzione e nella lotta al fenomeno delle discariche abusive. Questa telecamera si trova in un’area di interesse turistico che va particolarmente salvaguardata essendo anche riserva naturale. E’ la prima di venti telecamere che saranno installate in tutto il territorio provinciale, nelle aree più a rischio. L’installazione delle telecamere s’ inquadra  nell’àmbito della politica di riqualificazione e riduzione della spesa dell’ente provincia.  Infatti in quest’ occasione abbiamo rinnovato un vecchio contratto con Telecom che ci costava cento mila euro a bimestre e che ora ci costa 40 mila, includendo sia tutti i servizi preesistenti, telefonia e trasmissione dati, che il nuovo servizio di telecamere , con il controllo e gestione delle stesse. Si tratta di strumenti che hanno una visione a 360 gradi e di ultima generazione” . L’assessore Poidomani  ha detto  che  il progetto prevede anche la fornitura agli agenti di polizia provinciale di un IPAD al quale le telecamere invieranno un avviso di presenze anomale nell’area controllata. In questo modo si può intervenire per l’ individuazione e repressione di eventuali atti non consentiti”. All’installazione era presente anche il dirigente dell’ufficio Ambiente e Territorio, l’augustano  Domenico Morello che coordina le attività della campagna di prevenzione “Tolleranza zero” contro le discariche abusive in provincia.

MP P.  nella foto, Il momento dell’inaugurazione della prima telecamera (D. Morello, il primo da ds.)

Giornata della prevenzione oncologica organizzata dalla LILT ad Augusta

lilt.jpgAUGUSTA. Ha avuto luogo, nei locali del Circolo Ricreativo Dipedenti Difesa (C.R.D.D.) di Punta Izzo della Marina Militare di Augusta, la giornata della prevenzione oncologica organizzata dalla LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i  Tumori  – Sezione Provinciale di Siracusa, in collaborazione  con il Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia, nell’ambito della “Campagna Nastro Rosa 2011” L’evento, volto a favore del personale militare, civile dipendente della difesa e loro familiari appartenenti al territorio di Augusta,  è stato  presieduto  dal dottor Claudio Castobello, direttore di Anatomia Patologica U.O.C. Ospedale Umberto I  di Siracusa e Presidente della LILT di Siracusa  ha  come motivo dominante la “prevenzione”.

 Prevenzione significa arrivare prima per garantire una più lunga e migliore qualità di vita. La prevenzione risulta essere lo strumento più efficace che ci consente di vivere bene e più a lungo. E’ solo un cammino, che consta di semplici regole, che devono diventare una nostra abitudine quotidiana, una scelta, ma soprattutto una cultura. La prevenzione, quindi, è la migliore arma per vincere il cancro” .

SPETTACOLO IN APERTURA DI STAGIONE AL BRANCATI DI CATANIA, DIRETTO DA TUCCIO MUSUMECI

Giovedí 27 ottobre 2011 alle h 21 Miseria e Nobiltà, il capolavoro in tre atti di Edoardo Scarpetta

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Ambientata nella Napoli di fine ‘800, la storia nota a tutti, è quella di Felice Sciosciammocca lo squattrinato scrivano, interpretato da un esilarante Tuccio Musumeci, che vive alla giornata  condividendo la casa con il figlio Peppiniello, la compagna Luisella e  l’amico Pasquale, fotografo ambulante, con la moglie Concetta e la figlia Pupella. Una commedia che ruota tutta intorno alla fame e alla relativa pancia vuota dei suoi protagonisti.

Una situazione difficile, che un giorno viene stravolta dalla proposta del marchesino Eugenio, il quale vorrebbe sposare Gemma, ma  ha bisogno del consenso dei suoi genitori, contrari a tale unione. Il giovane nobile chiede allora a Felice e a Pasquale di  spacciarsi per i suoi aristocratici parenti. Travestimento che darà inizio a una serie di irresistibili equivoci, che si concluderanno con un lieto fine. Fame e scambio di identità , congegni comici del testo, di cui Scarpetta è maestro. Una storia che racconta un’ “Italietta” che parrebbe ormai scomparsa – ma che purtroppo oggi è più attuale che mai – fatta di uomini e personaggi costretti a reinvertarsi ogni giorno per la sopravvivenza, sbarcando il lunario.

Una storia vivace e briosa, resa sul palcoscenico da una cast d’eccellenza diretto da Nicasio Anzelmo: insieme a Tuccio Musumeci e Marcello Perracchio, Rossana Bonafede, Egle Doria, Barbara Gallo, Valentina Ferrante, Massimo Leggio, Plinio Milazzo,Giorgia Migliore, Margherita Mignemi,Claudio Musumeci, Aldo Toscano, Salvo Scuderi e il piccolo Giuseppe Testa. La regia è di Nicasio Anzelmo, le scene di Riccardo Perricone i costumi di Angela Gallaro, i movimenti coreografici di Silvana Lo Giudice.Per info abbonamenti Botteghino  TeatroV.Brancati via Sabotino 4 Catania aperto da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 tel.095-530153 www.teatrodellacitta.it

 

C.C.  –  nella foto, il cast al completo

La mostra dei giocattoli d’epoca del tardo 800 a Canicattini Bagni

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Nel corso della festività solenne dei “murticieddi” del 1° novembre di quest’anno,  presso il MUSEO DEL TESSUTO CASA DELL’EMIGRANTE in Via De Pretis a Canicattini Bagni (SR) si svolgerà una iniziativa che ospita il MUSEO FRANCESCO LOMBARDO di Floridia (SR) e che vede protagonista la storia dell’estroso artigiano.

Un evento importante  improntato sulla conoscenza dell’ emigrante giocattolaio “Don Ciccio Pastasciutta” che in contemporanea alle attività museali di Via Crispi, 63 a Floridia (SR),  esporrà  testimonianze fotografiche e pezzi unici di lavorazione del Maestro Francesco Lombardo e giocattoli del tardo ottocento, balocchi della natura e della creatività della cultura contadina all’interno della collezione del MUSEO DEL TESSUTO – CASA DELL’EMIGRANTE.  L’iniziativa  avrà inizio alle ore 16:00 con il lancio delle tradizionali Mongolfiere artistiche realizzate dallo staff del MUSEO FRANCESCO LOMBARDO,  in Piazza XX Settembre. Una prima Mongolfiera sarà lanciata a ricordo del giocattolaio Francesco Lombardo e una seconda Mongolfiera Tricolore sarà lanciata in commemorazione dell’ anniversario dei 150 anni dell’ unità d’Italia. Si susseguiranno momenti di inaugurazione e momenti di incontro per parlare delle tradizioni iblee dove il prof. Golino, attraverso un percorso conoscitivo,  traccerà la storia dell’Emigrante giocattolaio”, …colui il quale donò sorrisi e allegria ai bambini…” attraverso la produzione di giocattoli e maschere artistiche, compiendo così una pagina importante nella storia delle tradizioni popolari.

Per poi passare alla presentazione, da parte dei responsabili del MUSEO FRANCESCO LOMBARDO, dell’iter progettuale per la realizzazione del giocattolo in cartapesta, nonché approfondimenti del prof. Bartolo Mozzicato sulla storia dei giochi e giocattoli canicattinesi ed infine “NNivinagghia” e giocattoli ecologici curati da Paolino Uccello.

A conclusione, ci sarà un momento di degustazione di prodotti tipici legati alla festività solenne dei “murticieddi”. La mostra sarà aperta al pubblico dalle 18:00 alle 20:00 di Lunedì – Mercoledì – Venerdì dal 1° di Novenbre al 4 dicembre c.a.

       Fabrizio  Lombardo