Muscatello Augusta: l’opinione di un cittadino adottato e i ricordi da dietro il finestrino

finestrino.jpgQuando sono arrivato in Sicilia per lavoro, avevo un’idea slavata di quella che sarebbe diventata la mia seconda terra. Solo qualche informazione puntuale sulla città di destinazione, Augusta, in provincia di Siracusa, e sul territorio limitrofo. Nella mia immaginazione Avola evocava le mandorle, Pachino i pomodori, Lentini le arance: un personale accostamento topo-gastronomico. Di Augusta, invece, sapevo della sua collocazione geografica in una sinistra geometria triangolare, insieme ai paesi di Melilli e Priolo Gargallo. Non diventerò mai augustano per questioni di nascita, ma ho generato due figli, entrambi augustani perché nati all’ospedale Muscatello. Non è una precisazione di poco conto, quest’ultima, soprattutto se l’oggetto del mio intervento è incentrato proprio sull’ospedale della mia città adottiva. La riforma sanitaria regionale siciliana ha imposto una razionalizzazione delle spese che pare stia già portando i suoi buoni frutti. Se ne sentiva la necessità. La forbice usata per sfrondare gli eccessi, tuttavia, sembra essere manipolata da mani robotizzate, da un cervello elettronico che non fa differenze tra un ospedale collocato tra gli aranceti, quale quello di Lentini, e uno perimetrato da ciminiere come il Muscatello di Augusta, entrambi facenti capo al distretto Siracusa 2. Accorpati come fossero un solo ospedale. E in un solo ospedale non possono coesistere reparti uguali. Se Pediatria sta ad Augusta, non si può pretendere di avere un “doppione” a Lentini. Se Lentini avrà, come pare, il reparto di ginecologia, ad Augusta non ci sarà più un punto nascita. Questa la ratio del Decreto Assessoriale n. 1.377 del 25 maggio 2010 emanato dall’Assessore regionale alla Salute, Massimo Russo.

Impeccabile. Se non fosse che non prende in considerazione la peculiarità del territorio megarese, area considerata ad alto rischio ambientale, tutelata anche dalla Legge regionale n. 5 del 14 aprile 2009 che contiene le norme per il riordino del servizio sanitario regionale.  Opportuna. Se non fosse che non valuta la vastità e la varietà dell’utenza del nosocomio di Augusta: maestranze della zona industriale e del porto commerciale, militari della Marina, detenuti del carcere di Brucoli (frazione di Augusta), cittadini provenienti dai paesi limitrofi. Migliaia di utenti, migliaia di bisogni.  Ingenerosa. Nei confronti di una popolazione che ha pagato un prezzo esagerato per la vicinanza alla zona industriale. Quei fumi alitati per anni dalle ciminiere da una parte hanno dato la vita con il posto di lavoro, dall’altra l’hanno tolta distribuendo malattie tumorali gravissime. Da una parte hanno permesso la formazione di nuovi nuclei famigliari, con lo stipendio da dipendente, dall’altra hanno presentato il conto in termini di aborti e malformazioni. Una popolazione che ha versato lacrime per le disgrazie dell’ambiente malato merita uno sconto, un gesto di generosità. Si può razionalizzare la spesa sanitaria, si deve, ma senza gravare sugli ospedali di frontiera come il Muscatello.

I cittadini di Augusta stanno lottando per il diritto alla salute, lo hanno fatto con manifestazioni di massa, con scioperi che hanno paralizzato le attività produttive e l’intera città, con assemblee. Tutto ciò non è servito, però, a dare concrete garanzie. Rimane lo spettro di una svilente rifunzionalizzazione che ferisce i cittadini. Se ritornerò a casa, nella mia Sardegna, mi porterò dietro il ricordo di un popolo dignitoso, composto, ma anche amareggiato, deluso. Mi auguro che l’Assessore Russo riesca a mettere più cuore nella sistemazione dei conti della sanità siciliana. Più cuore per la gente che soffre in un territorio sacrificato.

     Alessandro Mascia     

Muscatello Augusta: l’opinione di un cittadino adottato e i ricordi da dietro il finestrinoultima modifica: 2011-08-04T18:29:08+02:00da leodar1
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