IL TENORE MARCELLO GIORDANI RITORNA A CANTARE AD AUGUSTA

GIORDANI.jpgAUGUSTA. Il tenore augustano Marcello Giordani il l° luglio è stato invitato da Andrea Bocelli a  salire sul palco del teatro greco di Siracusa, dove il celebre tenore toscano teneva un concerto, a interpretare con lui la popolare canzone napoletana “O sole mio”.  Durante le feste natalizie di un paio d’anni fa  Marcello Giordani, nome d’arte di Marcello Guagliardo, aveva tenuto un concerto al cine-teatro Vasquez di Siracusa, per i numerosi stimatori augustani e della provincia. In precedenza, il tenore aveva  tenuto un concerto, per sponsorizzare giovani cantanti di talento, nel teatro “Cannata” del complesso “Città della notte”, ma qualcosa era andato storto, tanto che, alla fine della serata, Giordani , polemicamente, ma malinconicamente, aveva annunciato che non avrebbe più cantato in Augusta, cui pure è legatissimo, non solo perché gli ha dato i natali, ma perché  ha casa e  residenza ufficiale, tanto che i figli frequentano le scuole locali. Gli augustani, dunque, per ascoltare il loro beniamino si sono dovuti recare a  Siracusa, al Vasquez prima, al teatro greco poi.  Invece, di recente sono apparsi vistosi manifesti,  vere gigantografie, con il faccione mestamente sorridente, del tenore che, sabato 30 luglio, alle 21,  terrà un concerto di beneficenza proprio ad Augusta, nella nuova piazza, attualmente senza denominazione ufficiale, che fino a qualche mese fa ospitava il campo container risalente al dopo terremoto del 13 dicembre 1990. Il concerto è stato promosso dall’attuale vicegovernatore del Kiwanis club, Domenico Morello, ingegnere, dirigente provinciale del settore ambiente,che ha coinvolto tutti i club kiwaniani, dipendenti dalla sua giurisdizione  per rimpire l’area destinata  al  concerto, ma, soprattutto, per raccogliere una congrua somma da destinare a due importanti progetti, quello di costruire una scuola in Abruzzo e di completare la dotazione di attrezzature per la benemerita confraternita  Misericordia di Augusta.

         E’ stato Lei a convincere Giordani a ritornare sui suoi passi?, domandiamo all’ing. Morello

“Per ora non posso rispondere, ma certamente Giordani darà una spiegazione quando sarà sul palco” .

Con Giordani si alterneranno varie voci liriche e tra queste quella del giovane baritono augustano Giovanni Di Mare.

Cecilia Càsole

Per i fatti di Agnone Bagni del 2005, quando un poliziotto faceva l’amore in auto

CONDANNATI TRE POLIZIOTTI PER SOPRUSI A UN CITTADINO E ALLA SUA FAMIGLIA   

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Sono state accolte le richieste di condanna avanzate dai pubblici ministeri Andrea Palmieri e Caterina Aloisi nei confronti dell’ispettore capo Salvatore Duello, dei suoi colleghi Gianluca Rossi e Cirino Bonaccorsi, tutti poliziotti in servizio al commissariato di Lentini, nonché di Maria Cristina Spagnolello e Maria Castiglia.  Il Giudice monocratico Cristina Cosentino, che  il pomeriggio del 20 luglio ha letto il dispositivo di sentenza, dopo oltre due ore di camera di consiglio, ha riconosciuto colpevoli di falso ideologico, illecita perquisizione domiciliare, illegittimo uso delle pistole d’ordinanza, i tre appartenenti alla Polizia di stato e di favoreggiamento personale le due donne. Il Giudice monocratico ha quindi inflitto la pena di quattro anni e sei mesi di reclusione all’ispettore capo Duello (i pubblici ministeri avevano sollecitato per lui la condanna a 5 anni), tre anni e quattro mesi di reclusione ciascuno ai poliziotti Rossi e Bonaccorsi (per entrambi,  i magistrati avevano chiesto la condanna a tre anni e otto mesi di carcere ciascuno), un anno e sei mesi a testa per la Spagnolello e la Castiglia (i rappresentanti della pubblica accusa avevano proposto la pena di due anni di reclusione per ciascuna delle due donne).  Gli imputati sono stati interdetti dai pubblici uffici per la durata di cinque anni e, inoltre, sono stati condannati al risarcimento dei danni in favore di Armando Nisi, della moglie Antonella Giannetto e dei loro figli, che si sono costituiti parte civile, assistiti dall’avvocato Santi Terranova. Il quale si è detto soddisfatto della sentenza «non solo perché finalmente è stata fatta giustizia, ma anche perché costituisce un monito per quella parte delle forze dell’ordine che vuole continuare a compiere abusi di potere nei confronti di inermi cittadini. Nutro grande fiducia nelle forze dell’ordine che si battono per la legalità». Prima del verdetto avevano parlato l’avvocato Carmelo Calì in favore dei tre poliziotti e l’avvocato Angelo D’Amico nell’interesse delle due donne, auspicando entrambi l’assoluzione dei rispettivi assistiti.  I fatti sui quali ha pronunciato sentenza il giudice monocratico sono accaduti  il 12 aprile 2005 ad Agnone Bagni, quando Armando Nisi rimproverò l’ispettore Duello sorpreso dentro un’auto, in atteggiamenti intimi con la Spagnolello e lo invitò a recarsi in zone più appartate. Il rimprovero non fu gradito dall’ispettore che, spalleggiato dai colleghi Rossi e Bonaccorsi, impaurì e non poco il Nisi, minacciandolo con la pistola, procurando momenti di panico non solo a lui, ma anche a sua moglie e ai loro figli. Anche i poliziotti che spalleggiavano i loro collega avevano sfoderato le pistole d’ordinanza.
  Pino Guastella

Rigassificatore Priolo: si o no? – di Giorgio Càsole

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Sabato 30 luglio, all’Open Land di Siracusa si svolgerà un convegno sul rigassificatore che potrebbe sorgere a Priolo, nell’area portuale di Augusta. Parteciperanno tutti i sindaci dell’area industriale, deputati regionali, sindacalisti e altri. Moderatore sarà il nostro Giorgio Càsole, docente di lettere al liceo “Mègara” di Augusta, direttore del periodico Giornale di Augusta. Vi presentiamo in anteprima  il testo del suo intervento: “Dopo la “cascata” dei sì,  manifestatasi  durante lo spoglio delle schede votate in occasione dei referendum del l2 e 13 giugno di quest’anno,  è emerso ancora più drammatico il problema del rigassificatore non solo qui, nel triangolo Priolo-Augusta-Melilli, il cui vertice è  rappresentato dal porto di Augusta, ma, in genere, in tutt’Italia, giacché  in questa nostra terra, così povera di risorse energetiche tradizionali, che dipende dalla Francia nuclearizzata per l’approvvigionamento di energia, non certo a basso costo, in questa nostra Italia si vogliono costruire rigassificatori un po’ dappertutto: dalla Sicilia, alla Puglia a Trieste. Intanto, domandiamoci  sùbito: che cos’è un rigassificatore?  E’ un impianto che permette di riportare allo stato.Gassoso un fluido, di solito gas metano, che si trova allo stato liquido.

Il gas metano, per meglio essere trasportato,dalla Nigeria o da altri Paesi produttori, in un porto italiano viene trasformato in stato liquido mediante il suo raffreddamento fino a raggiungere la temperatura di 160 gradi sotto zero, riducendone il volume di circa 600 volte.Il gas liquido ottenuto è caricato su   grandi  navi cisterna, dette  gasiere o metaniere,  di circa 140.000 tonnellate, per trasportare il carico fino all’impianto chiamato rigassificatore perché riporta  il liquido allo stato gassoso.Queste gasiere trasportano il liquido dal paese produttore finoall’impianto rigassificatore in  un  porto italiano dove viene riportatoallo stato gassoso.Riportare allo stato gassoso il gas liquefatto, significa riscaldarlo. I rigassificatori, per riscaldare il gas allo stato liquido, utilizzano loscambio di calore con l’acqua del mare che, in questo caso, fungeda fonte di calore a costo quasi nullo. Ogni settimana sarebbero utilizzati 500 milioni di litri di acqua dimare che riscalderebbe il gas liquido alla temperatura di 160 gradi sotto zero per  riportarlo  allo stato gassoso. L’acqua sarebbe poi rigettata gelida in mare, con l’aggiunta di cloro per evitare la formazione di alghe.Dopo il processo di rigassificazione, il gas sarebbe  immesso nelle reti di distribuzione per le utenze finali. Un rigassificatore è in impianto a rischio d’incidenti rilevanti ed èsottoposto alla Direttiva Seveso.La realizzazione di un impianto di rigassificazione dev’ essere.sottoposto a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), secondo ledisposizioni di legge vigenti.Un comitato scientifico di Livorno ha stabilito che se unrigassificatore dovesse esplodere, svilupperebbe un’energia pari acinquanta ordigni atomici e distruggerebbe ogni cosa nel raggio  di cinquantacinque chilometri, senza contare i rischi di fuoriuscita del  gas naturale liquido  dalle metaniere in caso di incidenti, con alta probabilità di incendi di  vaste proporzioni.Alcuni studi della guardia costiera americana hanno accertato i rischi per la flora e la fauna marina a causa dell’uso dell’ acqua di mare per il funzionamento degli impianti.  Infine, l’avvicinamento delle navi gasiere al rigassificatore impone il divieto di navigazione per tutte le imbarcazioni nel raggio di 2-3 chilometri.E’ stato stimato che con il rigassificatore arriverebbero circa 110 navi gasiere l’anno, della stazza di 130.000/140.000 tonnellate. Per ragioni di sicurezza vicino alle gasiere non vi può essere la presenza di nessun tipo di imbarcazione. Ne consegue che l’ordinaria attività del porto ne verrebbe seriamente compromessa.Realisticamente, da questo punto di vista il problema  non si può porre per un porto  di grandi dimensioni e di   grande manovrabilità come quello di Augusta, dove già sono in costruzione banchine e infrastrutture tali da consentire .l’approdo di metaniere.  Dove sorge allora il problema? Sorge dalla natura stessa dell’impianto, dal rischio potenziale del rigassificatore  in un’area dove si convive con il rischio da oltre sessant’anni per la presenza di varie industrie inquinanti.  Si può continuare a convivere con un altro impianto  che prenderebbe il posto di impianti dismessi, che un tempo si affacciavano sul porto di Augusta?E se non si realizza qui, lo si può realizzare altrove, a Pozzallo, per esempio. Con quale vantaggio per la macchina portuale di Augusta e del suo retroterra?Questi sono gl’interrogativi che ci poniamo e che speriamo troveranno le giuste risposte nel dibattito odierno.

 

Giorgio Càsole

BAIA DEL SILENZIO POSTA SOTTO SEQUESTRO

guardia costiera.jpgI militari della Capitaneria di Porto di Augusta hanno posto sotto sequestro nella giornata di  mercoledì 20 luglio, il  complesso turistico ricadente nei pressi di Brucoli, denominato “Baia del Silenzio”, abusivamente realizzato e gestito. La struttura, infatti,  è risultata priva della relativa concessione demaniale marittima.

Il personale della Guardia Costiera ha proceduto a elevare anche un verbale amministrativo, per un importo complessivo di 1032 euro, in quanto, in violazione della locale Ordinanza Balneare n. 32/08, la postazione adibita al salvataggio risultava priva degli apprestamenti di soccorso previsti.

Prosegue intanto, nell’ambito dell’operazione “Mare Sicuro” che vede impegnati giornalmente uomini e donne della Guardia Costiera, l’attività di vigilanza lungo le spiagge e le coste del litorale marittimo di Augusta, Brucoli e Carlentini al fine di garantire il sicuro svolgimento delle attività di balneazione e turismo nautico.

Nei giorni scorsi sono stai effettuati circa 2500 controlli in mare e sulle spiagge, ed elevati verbali amministrativi per un importo di 5 mila euro circa. L’operazione proseguirà per tutta la stagione balneare. La Guardia Costiera ricorda a tutti gli utenti del mare che è sempre attivo il numero Blu gratuito 1530 per le emergenze in mare e sulle spiagge.

C. P.