68° Anniversario del bombardamento del 13 maggio 1943 – a cura del Comune e del “Museo della Piazzaforte”

 

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Il 68° Anniversario del bombardamento aereo statunitense su Augusta del 13 maggio 1943 che provocò sessantadue vittime civili e profonde distruzioni nell’abitato è stato celebrato con una conferenza di carattere storico-militare organizzata dal Comune per il tramite dell’Assessorato alla Cultura in collaborazione con il civico “Museo della Piazzaforte”. L’incontro si è tenuto giovedì 12 maggio scorso ad Augusta presso la Sala Don P. Leggeri a Palazzo San Biagio. Al tavolo degli oratori l’Assessore alla Cultura del Comune di Augusta Avv. Giovanna Fraterrigo; il Direttore del civico “Museo della Piazzaforte” Avv. Antonello Forestiere; il Presidente dell’Associazione storico-culturale “Lamba Doria” Dott. Alberto Moscuzza; il Dott. Domenico Catalano per il “Gruppo Modellisti Città di Augusta”.

L’Assessore Fraterrigo ha portato il saluto del Sindaco Dott. Massimo Carrubba ed ha esposto le motivazioni che hanno indotto l’Amministrazione Comunale ha dichiarare ufficialmente con apposito atto amministrativo il 13 maggio giornata dedicata alla memoria di quel luttuoso eventi di guerra. Ha ribadito l’importanza dell’istituzione museale quale elemento oramai indispensabile per l’attività scientifica di ricerca, manutenzione e tutela di cimeli militari relativi alle vicende storiche belliche in cui la città è stata coinvolta, oltre che quale volano di iniziative culturali autonome ed in collaborazione con altri sodalizi aventi analoghe finalità.

L’Avv. Forestiere ha tratteggiato il quadro generale della situazione militare nel Mediterraneo nel 1943, evidenziando le ragioni che hanno dato origine al poderoso attacco aereo statunitense su Augusta. Si è soffermato nell’approfondire le differenze operative adottate dagli inglesi e dagli americani in merito alle attività di bombardamento, descrivendo poi caratteristiche e limiti del sistema difensivo antiaereo della Piazzaforte oltre che le fasi dell’attacco aereo alla città.

Il Dott. Moscuzza ha affrontato il tema dei soccorsi dopo l’incursione approfondendo il ruolo e l’organizzazione dell’U.N.P.A., anche attraverso l’esibizione di documenti originali dell’epoca riguardanti i componenti ed i vari ruoli in cui era ripartita l’unità operante ad Augusta, frutto di suo ricerche personali; in sala sono stati esposti alcuni cimeli del tempo della sua collezione privata quali elmetti, maschere antigas, manifesti e documenti.

Il Dott. Catalano ha commentato per il pubblico il pregevole modello di bombardiere quadrimotore statunitense B-24D “Liberator” realizzato in scala 1/48 dal “Gruppo Modellisti Città di Augusta” e destinato ad incrementare la collezione del “Museo della Piazzaforte”; è stato anche esposto in sala un plastico della città di Augusta con l’indicazione dei punti principali di scoppio delle bombe sganciate dalle due ondate di bombardieri americani.

All’evento hanno partecipato il Vice Sindaco di Augusta Geraci, il C.M.M.A. in Sicilia Amm. Div. Ruzittu, il Contrammiraglio Compiani, Comandante di COM.FOR.PAT., il C.V. Gianino per la Direzione di Marinarsen, il S.T.V. Ferreri per il Comandante del Porto di Augusta; la signora Amalia Guttadauro Vella, congiunta di M.O.V.M. e la sig.ra Margherita Fazio Gigli, congiunta augustana di superstite del P/f “Conte Rosso”; il Gen. Vincenzo Inzolia; varie delegazioni tra le quali la Guardia Costiera Ausiliaria con il responsabile per Augusta Di Mauro; l’A.N.C. Sez. di Augusta con il Presidente Giallongo; l’A.N.F.I. Sez. di Augusta con il Presidente Montepulciano; i sommergibilisti Cav. Camisa e sig. Nicolini. Sono intervenuti il Presidente del Kiwanis Club Augusta Rizzotti ed il Segretario Purgino; il Dott. Pitari per il Rotary Augusta. Tra gli ospiti il Dirigente scolastico Dott.ssa Maria Concetta Castorina, il Presidente della Università della Terza Età Dott. Caramagno, il Dott. Francesco Paci, il Presidente della ICOB Sig. Rametta. Numerosi i componenti del Consiglio Comunale presenti nonché tutti i corrispondenti locali degli organi di informazione.

Il Museo era rappresentato dai componenti del Comitato di Direzione Sig. Giuseppe Fazio e Prof.ssa Angela Gigli Amato; dal Rag. Domenico Strazzulla del Collegio dei Revisori; dai sig.ri Gino Iurato, Francesco Caruso, Domenico Collorafi, Maurizio Tempio, Pino Ramaci, Giuseppe Saraceno, Francesco Carriglio, Renato Arena, Giuseppe Solarino, Filippo Tringali, Amm. Paolo Russotto, Dott.ssa Ivana Sarcià (oltre che da due dei relatori), tutti componenti del Comitato dei Collaboratori.

Festa di “Santa Rita da Cascia” al Sacro Cuore di Augusta

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La vita e la spiritualità di Santa Rita da Cascia è uno dei doni più belli  per la comunità parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù,  agli abitanti del quartiere Borgata di Augusta e ai tantissimi fedeli che ogni anno – nel giorno della memoria liturgica della santa degli impossibili – gremiscono  la chiesa del Sacro Cuore,  per dare testimonianza di una devozione vera e autentica sull’esempio di Santa Rita.    Ancora oggi, Santa Rita da Cascia rappresenta un importante modello di santità per tutti, un richiamo costante all’amore di Dio e una luminosa testimonianza di fedeltà verso la Divina Provvidenza,  che la santa ha dimostrato nelle diverse circostanze della sua vita.  Il 22 maggio 2011 tantissimi fedeli hanno raggiunto la chiesa del Sacro Cuore di Gesù ad Augusta per chiedere e trovare forza, coraggio e speranza in Santa Rita.   Una santa venerata in tutto il mondo perché universale è il suo messaggio di amore, trovando in Lei  il coraggio di amare e perdonare anche di fronte al dolore.   Momento  ideale di preghiera e riflessione vissuto in un clima di perfetta letizia:  il santo rosario,  celebrazioni  eucaristiche, benedizione delle rose e degli autoveicoli.   Un festa – resa ancor più attenta e matura – con la celebrazione del triduo di Santa Rita iniziato il 19 maggio 2011 e conclusosi il 21 maggio 2011 rievocando la morte di Rita e l’ingresso della santa nella storia.

Seby Gianino

Nella foto: un momento delle celebrazioni

L’Italia dietro le sbarre: una vergogna nazionale!

Ho preso spunto dal più recente , drammatico ed oltremodo eloquente evento  –  di G. Intravaia

intravaia.jpgLuigi Fallico, 59 anni, ritenuto uno dei fondatori delle nuove Brigate Rosse, l’hanno trovato riverso nel letto, in pigiama, nella sua cella, gli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Viterbo. Alle 9,30 non si era ancora alzato. Si avvicinano per chiedergli se si sente male. Non risponde. Lo scuotono un po’. Si accorgono che   era morto. Il medico ,poi ,certifica che il decesso è avvenuto quattro o cinque ore prima, sul corpo non c’è alcun segno di violenza, l’ipotesi più probabile è che Fallico sia stato vittima di un infarto. Il suo avvocato difensore  racconta di averlo  visto il 19 maggio scorso, quando aveva voluto essere presente a un’udienza di un processo che lo riguardava: << Aveva avvertito fortissimi dolori al petto ed era stato trasportato nell’infermeria del carcere di Viterbo, dove gli avevano riscontrati valori della pressione arteriosa molto elevati. Invece di trasferirlo in una struttura ospedaliera attrezzata lo hanno riportato in cella. All’udienza del 19 maggio si sentiva ancora poco bene >>.Con la morte di Fallico,   salgono a tre i decessi nel carcere di Viterbo nell’arco di un mese: “Fallico, soffrente di problemi cardiaci ed ipertensione, aveva accusato un dolore al petto ed era stato visitato in infermeria, dove gli erano state somministrate una tachipirina ed un farmaco dilatatore delle coronarie. Questo è solo l’episodio  più recente , di una storia infinita di morti annunciate.. Il 18 aprile scorso a morire era stato un cittadino Senegalese di 30 anni,   il quale , poco prima di essere arrestato aveva subito un intervento chirurgico  alla testa per la asportazione un ematoma dal cervello e, per questo, era  costretto in cella …. pur essendo privo di parte della calotta cranica. ! Domenica 15 maggio, invece, un Agente della  Polizia Penitenziaria  si era tolto la vita sparandosi nello spogliatoio del carcere poco prima di prendere servizio: aveva 42 anni .

. Tre decessi in un mese solo  nel carcere di Viterbo ,costituiscono una media altissima che non solo deve preoccuparci  molto , ma deve interrogarci , perché si tratta di eventi drammatici avvenuti nonostante l’impegno della direzione, degli agenti di polizia penitenziaria e delle altre professionalità che lavorano in quella struttura. Una storia che   si espande a  macchia d’olio su tutto il territorio del Paese .Ognuno di questi decessi è una storia diversa con, però, una matrice comune: quella di poter essere attribuito al sovraffollamento e alle drammatiche condizioni di vita negli istituti. Sovraffollamento, carenze di personale e penuria di risorse non consentono di garantire a quanti vivono il carcere, siano essi detenuti o agenti di polizia penitenziaria, adeguate condizioni di sicurezza. In qualsiasi altro contesto, un disagio psichico o fisico sarebbe adeguatamente curato per prevenire conseguenze gravi. Nelle carceri, invece ( da Nord a Sud, da Est a Ovest )  ogni situazione di disagio può nascondere una potenziale, drammatica, fine. Salgono a 67, dall’inizio dell’anno, i decessi conteggiati dal  D.A.P. ( il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ) nelle carceri italiane: 24 i suicidi –  gli altri  decessi – sono attribuiti a “cause naturali”. In realtà , i decessi ,ammontano a  molti di più: se un detenuto infatti muore dopo qualche giorno di agonia nel letto di un ospedale ( ove è stato trasferito )non viene conteggiato tra le morti in carcere. Allo scorso  mese di Aprile i 208 Istituti Penitenziari italiani erano stipati di ben 67.510 detenuti, a fronte di 45.543 posti regolamentari. Una situazione che si traduce in un peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie e in un incremento del numero di morti. Sempre nel 2011 sono stati 337 i tentati suicidi, mentre gli atti di autolesionismo sono arrivati a 1.858, e a questi vanno aggiunte le aggressioni che hanno portato a 1.389 ferimenti e a 508 colluttazioni. Dal 2000 a oggi sono morti 1.800 detenuti, di cui un terzo (650) per suicidio. E ancora: dal 1990 al 2010 sono stati 1.093 i detenuti che si sono tolti la vita in cella, mentre i tentati suicidi sono stati 15.974, con una frequenza media di 150 casi ogni 10mila detenuti. Il 2010 si è chiuso con 63 casi di suicidio. Nell’anno precedente , nel  2009 ,se ne contano  72. Una   situazione  di illegalità  palese da parte dello Stato che- paradossalmente – viola in modo pervicace e continuativo la sua stessa legge. Questi sono i fatti. Queste sono le cifre da opporre a quanti reagiscono con un moto tra la stizza e il fastidio.  Non molti, a dire il vero, dal momento che gli organi di informazione non hanno praticamente riferito nulla in merito.    Le cifre ,  dicono che non si tratta di un’esagerazione : dovrebbe far riflettere il fatto che in undici anni si sono tolti la vita ben 87 Agenti di Polizia Penitenziaria. Non sappiamo i loro nomi, le loro storie. Ma sono certo che scavando nel loro vissuto emergerebbero cause  strettamente connesse con le condizioni di lavoro in cui sono stati costretti ad operare , e che non sono affatto estranee alla decisione di farla finita.    Voglio ricordare   che nella nostra Costituzione è contenuta  una norma che non viene mai richiamata: il comma 4 dell’articolo 13, nel quale è prevista la punizione della  violenza commessa sulle persone che sono private della libertà. Ebbene, detenuti ammassati in meno di un metro e mezzo a testa – la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ne prevede tre, l’Ordinamento Penitenziario  addirittura sette – chiusi in cella a far nulla per  20 o 22 ore al giorno, non sono forse oggetto di   inequivocabili      atti di violenza? Le carceri italiane sono divenute – ormai da tempo , da troppo tempo , in un assordante e colpevole silenzio  globale – una enorme discarica sociale e umana resa tale anche da    una situazione strutturale   che è figlia  di una legislazione schizofrenica, la quale  non riesce a programmare l’intervento penale in maniera razionale, che pretende di dare risposte di tipo emotivo, simbolico a problemi di carattere sociale e quindi crea da un lato l’ingolfamento del sistema penale, dall’altro un affollamento del Sistema Penitenziario, e tuttavia non riesce   davvero a richiamare l’attenzione di tutti   sul gravissimo problema del Diritto  e della Dignità della Persona Umana , costantemente violati e stravolti.

Avv. Giovanni Intravaia  presidente Osservatorio Cattolico “Pro Iure et Iustitia”  (nella foto in alto)

NASCE “LAMIS”, un’associazione di ex liceali per l’impegno civile

 

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Augusta –Si è costituita ad Augusta, l’associazione “Lamis onlus”, nata dalla collaborazione tra cittadini mossi dal desiderio di un maggiore impegno civile.

Del comitato promotore fanno parte Gabriella Cannone, cui è stata conferita la carica di presidente, Gianmarco Catalano, Francesco Scionti, Massimiliano Moretti, Ivan Alicata e Carmelo Di Mauro. L’associazione nasce con l’intento di perseguire obiettivi di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e ambientale del territorio di Augusta, attraverso iniziative che coinvolgano quanto più sia possibile la cittadinanza e ne stimolino l’impegno sociale e civico. L’associazione Lamis intende, inoltre, collaborare fattivamente con l’amministrazione comunale di Augusta e con le altre istituzioni presenti sul territorio.

Il nome dell’associazione vuole ricordare un personaggio importante nella storia della nostra città. Lamis era infatti “l’ecista” che guidò i coloni greci verso la Sicilia e li condusse alla fondazione di Megara Hyblea. I promotori dell’associazione esprimono, con questa scelta, l’auspicio che il futuro di Augusta possa trovare nuovi valori etici e culturali su cui  fondarsi. L’associazione Lamis comunica, inoltre, la propria piena adesione al progetto “PartecipAgire” che vede alcune delle principali associazioni cittadine collaborare per il rilancio sociale e culturale della città di Augusta.

A breve, l’associazione si doterà di un proprio sito internet e darà luogo a iniziative di cui tutti saranno prontamente informati.

C. D.

Sciopero generale il 30 maggio a difesa del civico Muscatello di Augusta

 

 

 cronacaAUGUSTA. Poiché il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale di Catania, presieduto, nell’udienza del 12 maggio, da Rosalia Messina, ha deciso di non decidere, rinviando la patata bollente al TAR di Palermo, poiché l’assessore regionale alla Salute, Russo, non ha revocato il proprio decreto con il quale trasferisce importanti reparti del Muscatello all’ospedale di Lentini, finalmente, dopo tante riunioni, alcune davanti a un folto pubblico, dopo tante irresolutezze, per non dire dell’ignavia, di quei parlamentari nazionali e regionali che qui raccolgono i voti, finalmente, il comitato cittadino pro Muscatello  ha annunciato di voler organizzare uno sciopero generale per il 30 maggio. Finalmente. Sono anni, ormai, almeno due, che chi scrive ripete questa nota sia sulla carta stampata, sia attraverso il web: occorre uno sciopero generale come quello storico del 28 dicembre 1960, in difesa del porto che i nostri vicini siracusani volevano “scipparci”. Ora i nostri vicini lentinesi, dopo aver “occupato” il “Muscatello” con il personale paramedico, circa il 50 per cento, secondo i bene infornati, vogliono avere il privilegio di un ospedale tutto loro lasciando a noi le briciole. E’ una vergogna. Una vergogna che Augusta, il cui porto dà allo Stato milioni di euro in diritti, debba essere. trattata come una cittadina agrumicola qual è Lentini. Qui, ad Augusta,  paghiamo giorno dopo giorno lo scotto delle industrie inquinanti, corriamo il rischio d’essere colpiti da qualche missile, perché la nostra è un’area militare d’importanza strategica  e si ha l’impudenza di pianificare un depotenziamento dell’ospedale pubblico che, sostanzialmente, significa la sua chiusura. La  Regione Siciliana ha varato una legge per potenziare gli ospedali in aree ad alto rischio come la nostra e, invece di obbedire a una legge regionale, che cosa fa l’assessore Russo? Disobbedisce bellamente decretando il trasferimento di reparti a Lentini. IL TAR di Catania, investito della questione, invece di deliberare, se ne lava pilatescamente le mani,come se non fosse chiaro come la luce del sole  il contrasto fra la legge regionale e il decreto dell’assessore Russo. Come mai questa decisione?, viene da chiedersi.  Qualcuno potrebbe rispondere: C’è Villa Salus”, cioè una struttura medica convenzionata, cioè che riceve i soldi della Regione, cioè soldi pubblici, soldi nostri. Replica: “Ma è una struttura privata! “ Bene. Non vogliamo privarcene. Consideriamola, allora, come quel “potenziamento” che la legge prevede per le aree a rischio. Ma non toglieteci il Muscatello.  Lasciate i reparti, migliorateli anzi, con personale qualificato, fatelo diventare un centro di eccellenza per alcune specializzazioni. Se volete risparmiare, non pagate più i  direttori  delle Aziende sanitarie lo stipendi di 25o mila euro l’anno – vera offesa per la povera gente. Sono sicuro che si possono trovatre validi direttori con un quarto di quello stipendio. E Voi, assessori e “deputati” regionali, date l’esempio: riducetevi i Vs. stratosferici stipendi allineati a quelli dei senatori della repubblica, di cui pure i senatori dovrebbero vergognarsi in tempi in cuii essi chiedono ai poveri cristi di tirare la cinghia e, invece, tutti, zitti,zitti,si sono aumentati l’indennità di circa 1.200 euro mensili.  Date a Lentini quello che spetta a unm’area agrumicola, razionalizzate pure, ma sul serio, eliminando i doppioni, i veri sprechi, eliminate l’elefantiasi delle ASL o ASP. Piccolo è meglio, per certi aspetti, Fate amministrare la sanità dai medici. Esistono le specializzazioni in questo senso e non scegliete dirigenti  su basi di appartenenza al clan. Non toglieteci il Muscatello. Non vorremmo morire sulla strada per Lentini

 

   Giorgio Càsole  –  foto  G. Tringali

 «Continuiamo a percorrere più strade parallele per raggiungere l’obiettivo di difendere il nostro ospedale – ha detto il sindaco  Carrubba – quella dell’interlocuzione con i rappresentanti istituzionali preposti; quella di attendere il responso legale del ricorso che il Comune ha presentato nel maggio del 2010, ritenendo la dotazione prevista per il Muscatello sottodimensionata rispetto alle reali esigenze del territorio e quella della protesta che ci ha già visti scendere in piazza con circa 15 mila persone, con tre successive giornate di sciopero che hanno coinvolto gli operatori portuali». Il coordinamento cittadino inviterà tutte le organizzazioni sindacali ad aderire proclamando un’altra giornata di astensione dalle attività portuali.  Ad astenersi dal lavoro  dovrebbero essere ancora gli addetti ai rimorchiatori al Gruppo ormeggiatori e al Gruppo barcaioli e quanti lavorano per il funzionamento del porto. Ma è anche opportuno che in questa occasione sia tutta la città a mobilitarsi e a scioperare. Il traguardo che si vuole raggiungere è quello di salvare il Muscatello. Il Tar di Catania  ha rinviato  gli atti del ricorso presentato dall’amministrazione comunale di Augusta contro il Decreto assessoriale. n. 753/2010 al Tar di Palermo per determinare la competenza a decidere. Nell’udienza del 12 maggio , la quarta sezione della sezione di Catania del Tribunale Amministrativo, presieduto da Rosalia Messina, ha disposto la trasmissione del fascicolo al presidente del Tar di Palermo degli atti relativi al ricorso contro il Decreto «Riordino, rifunzionalizzazione e riconversione della rete ospedaliera e territoriale della Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa», per il Distretto Sr2, Augusta-Lentini. Decisione giunta a conclusione dell’udienza, alla quale, per il Comune di Augusta hanno presenziato i legali Pietro Coppa e Gianluca Rossitto, su richiesta dell’Avvocatura dello Stato che rappresenta nel procedimento l’Assessorato Regionale alla Salute, al fine di determinare la competenza a decidere. Il Tar di Catania avrebbe dovuto esprimersi sulla richiesta di immediata sospensiva del decreto assessoriale che prevede il trasferimento all’ospedale di Lentini dei reparti di Ostetricia e Ginecologia e Pediatria, attualmente al Muscatello di Augusta. L’amministrazione comunale nel maggio 2010 decideva di adire le vie legali ritenendo la dotazione prevista per il Muscatello sottodimensionata rispetto alle reali esigenze del territorio.

L’ amaro sfogo di un cittadino deluso!

 

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opinioni, augusta, politicaHo avuto l’onore e la piacevole occasione di partecipare venerdì 13 maggio c.a., alla S. Messa presso la Chiesa di San Domenico durante la quale si faceva memoria di tale data che vide bombardata Augusta nel ’43, con 62 vittime nostri concittadini.

La navata era gremita, le autorità presenti, le associazioni concordi e soprattutto la presenza dell’ex-giovane Sig. Tommaso Cantone, oggi in età veneranda, completava il quadro.

Il Rev. Padre Gaetano Incardona ha, tra l’altro, mirabilmente ricordato l’inconscio gesto di questo dodicenne il quale, sbandierando un lenzuolo bianco, da una scogliera sul mare, chiedeva pace e il cessare la pioggia di bombe su Augusta.

Così fu … e oggi una medaglia al merito giustamente spicca sul suo petto, mentre i suoi occhi trapelano ancora qualche lacrima.

Per un po’ vengo contagiato da tanta commozione, finché nel corso della consueta forbita omelia del celebrante, ad un tratto, questa mi svanisce, ciò nel momento in cui viene dato l’annuncio che l’amministrazione comunale ha deciso di erigere un monumento simbolo nell’adiacente giardino dell’ex convento San Domenico, in memoria di quel tragico 13 maggio (monumento costituito da un blocco di pietra lava offerto da una nostra concittadina e da 2 icone trovate sotto la Chiesa di Gesù e Maria bombardata), affidando l’incarico di progettazione a …un architetto dell’Università di Catania.

Come mai, riflettevo, i nostri cari amministratori molto spesso dimenticano i loro

concittadini che hanno mandato i loro figli a scuola, dei sacrifici morali ed economici sostenuti dalle famiglie nel mantenerli lontani da casa?  

Come mai non è loro sfiorata l’idea che i nostri bravi giovani professionisti  gradirebbero più essere riconosciuti a “casa loro” e non si è pensato di  bandire un concorso di idee locali e progettazione tra i nostri professionisti augustani per

 lavorare ad una cosa “solo nostra”, per ricordare i “nostri morti”, la “nostra guerra”, “le nostre case distrutte”,

anziché decidere a priori di dare lavoro a un architetto catanese, senza volere per questo toccare meriti altrui?

Sono fortemente rammaricato per tutte quelle intelligenze offese,  spinte a cercare spazio altrove, al di là della porta spagnola, se non addirittura al di là dei confini; siete voi, cari nostri amministratori che perpetuate il detto: ”Nemo profeta in patria”!

Quante famiglie, oggi, potrebbero ancora considerarsi tali  se i loro figli non fossero stati costretti da voi e da chi vi ha preceduti, ad …emigrare …per trovare lavoro?

Forse ho capito male… forse non si è detto … E’ vero che è stata l’amministrazione comunale a decidere di dare l’incarico ad un insigne professionista di Catania? Oppure la decisione è della Sovrintendenza alle Belle Arti? Se così fosse ritiro la mia delusione perché so che tali questioni  spettano ai … lontani da noi. Grazie e gradisco ogni tipo di commento, specialmente da chi ci dirige e si definisce “dalla parte del cittadino”.

Ringrazio il sito che vorrà pubblicare questo mio appello e spero in qualche risposta in merito… perché le opinioni si possono ancora liberamente esprimere.

   Un cittadino deluso     

In alto,  il cortile del convento di San Domenico dove verrà eretto il monumento  – 

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Tragico incidente sul lavoro ad Augusta

cronaca, incidente sul lavoroGravissimo incidente sul lavoro avvenuto in mare questa mattina, alle ore 8 circa, nella rada di Augusta. Nell’incidente ha perso la vita Domenico Settipani (nel tondo) di 58 anni, che sarebbe dovuto andare in pensione il 1° luglio di quest’anno, mentre un secondo marittimo, Giuseppe Passanisi di 43 anni, si trova attualmente ricoverato in gravi condizioni al Centro grandi ustionati del presidio ospedaliero “Cannizzaro” di Catania.

Giuseppe Passanisi, cognato del deceduto,  è stato trasportato con un elicottero del 118, dopo un primo soccorso ricevuto presso il civico ospedale Muscatello di Augusta, lo stesso che si vorrebbe chiuso e  per il quale si coglie l’occasione, seppur tragica,  per ricordare che sono attualmente in atto un crescendo di iniziative contro la chiusura del presidio:  la  prossima  è lo sciopero generale indetto dal comitato per giorno 30 maggio c.a..   

Secondo una prima ricostruzione, i due uomini erano a bordo di una bettolina quando,  nel corso delle manovre all’interno della rada, l’imbarcazione avrebbe violentemente urtato un deposito galleggiante, in quel momento sottoposto alle fasi di pulizia degli idrocarburi di scarto. I vapori ancora contenuti nel deposito avrebbero causato una terribile deflagrazione, avvertita fino in terraferma dalla vicina popolazione.

Inutile ogni  tentativo di soccorso da parte delle forze dell’ ordine, della guardia costiera e dei vigili del fuoco recatisi immediatamente sul posto dove,  dopo l’incidente,  è intervenuta  la squadra investigativa anti – infortunistica della Procura di Siracusa, coordinata dal procuratore capo Ugo Rossi e dal sostituto Andrea Palmieri, per gli opportuni rilievi che daranno seguito alle indagini.

Il Sindaco di Augusta Massimo Carrubba, accorso assieme all’ arciprete Gaetano Incardona sul luogo della tragedia, ha dichiarato (video sotto) sospese le celebrazioni civili dei festeggiamenti in onore del Patrono San Domenico, attualmente in corso ad Augusta.  

   Giuseppe Tringali

 

Contro il business della gestione privata dei servizi idrici

 

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Giuseppe Scarpato, presidente locale del Movimento per la difesa dei cittadini, oltre a far parte del comitato cittadino per la difesa dell’ospedale Muscatello, ha lanciato pubblicamente un appello contro la privatizzazione dell’acqua. Oltre al problema dell’ospedale, abbiamo il problema dell’acqua. L’acqua è il principale bene comune dei cittadini, come l’aria. Acqua e aria determinano la vita. Acqua diritto fondamentale universale, valore primario della democrazia. Si espropriano le regioni i comuni delle loro funzioni fondamentali di gestione del territorio previste dalla Costituzione, si sottraggono ai cittadini i requisiti fondamentali di scelta e di partecipazione alla vita democratica su aspetti prioritari che li riguardono. Si determinano le condizioni per avviare un gigantesco processo di affarismo e di speculazione finanziaria che si ripercuotono, negativamente, sulle necessità’ e sui costi. L’art. 15 del decreto legge 135 approvato dal consiglio dei ministri sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, in maniera molto rilevante, integra  gli effetti di privatizzazione previsti dell’art. 23 bis della legge 133/2008. Entro dicembre del 2011 la gestione dei servizi idrici dovrà’ essere consegnate a società e imprenditori in una forma anche mista con il pubblico, con una presenza privata pari ad almeno il 40% del capitale. La parte pubblica, municipalizzata dovra’ ridurre la propria quota  entro il 2015. Come Movimento difesa del cittadino invitiamo le forze politiche, sociali, sindacali, e associative della nostra provincia ad  assumere con grande urgenza tutte le iniziative di denunce, contro la mercificazione dell’acqua, giorno 12-06- 2011 e giorno 13- 06-2011: Si invitano gli utenti a votare ” SI ” per il referendum sull’acqua, bene comune.

    G.S.

Insegnanti per un giorno in una scuola dell’infanzia

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AUGUSTA. La IIIA del liceo Sociopsicopedagogico dell’istituto superiore  Mègara si è recata in  una classe la scuola dell’infanzia  dell’istituto comprensivo “O.M.Corbino” nell’ambito del progetto curricolare “Osservare e agire in una scuola dell’infanzia”,  che ha coinvolto anche la classe  IVB. Il progetto prevedeva due incontri, uno con lo scopo di osservare le attività educative, l’altro di carattere pratico. Nel primo incontro abbiamo potuto osservare  le modalità di interazione delle maestre con i bambini, le attività che vengono svolte in classe nel corso di una giornata e  abbiamo potuto rilevare come queste attività  seguano una programmazione che ha precise finalità educative. Nel secondo incontro abbiamo proposto ai bambini due attività. Inizialmente,  abbiamo raccontato una versione moderna della favola di Cappuccetto Rosso, modificando rispetto alla favola tradizionale, ambienti, personaggi e situazioni. Questa favola si intitola Cappuccetto Azzurro, è ambientata in città e non nel bosco, la nonna non è malata, ma è un’ anziana arzilla signora che va in palestra e il lupo è un pastore tedesco finito in un canile. La favola è stata raccontata da tre nostre compagne che si sono alternate nel racconto,  animando i personaggi principali. Alla fine del racconto,   abbiamo rivolto ai bambini  alcune domande mostrando loro disegni contenenti alcune sequenze della storia che dovevano mettere in ordine cronologico.  Successivamente,  abbiamo proposto il gioco della “casa delle associazioni” onsistente nell’attaccare sotto ognuna delle finestre di una grande casa da noi realizzata, contenente ciascuna un‘immagine,  figurine con  icone i che presentavano caratteristiche simili alla figura della finestra. Lo scopo di questo gioco è quello  di avviare il bambino a costruire nella sua mente i concetti con cui dare ordine e comprendere la realtà, di  promuovere la capacità di conoscere quantità, qualità, funzioni e proprietà degli oggetti e, infine,  di abituarlo a individuare associazioni, a cogliere analogie e catalogare gli oggetti sulla base di caratteristiche e proprietà. Quest’ attività per tutte noi ragazze è stata un’ entusiasmante esperienza che ci ha permesso di   agire direttamente a contatto con i bambini  e sperimentare lo stupendo lavoro dell’insegnante. Per questo speriamo si ripeta il prossimo anno.

Anna Tringali,  Alessia  Perrone,  Marika Messina.