Si inasprisce la vertenza pro Muscatello

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Il comitato cittadino ha deciso di proclamare per il prossimo 5 maggio una giornata di sciopero generale di tutte le attività produttive del territorio con la possibilità di prolungare la protesta anche nei giorni 6 e 7 maggio. La decisione è stata assunta nel corso della riunione del coordinamento del Comitato cittadino per la difesa dell’ospedale che si è riunito giovedì sera, presso l’aula magna del nuovo padiglione del presidio ospedaliero Muscatello.

 

La riunione ha fatto seguito a quella effettuata mercoledì mattina per definire le modalità di attuazione e le azioni di lotta a seguito dei risultati scaturiti nell’incontro tenutosi martedì pomeriggio a Palermo, presso l’assessorato regionale alla sanità, tra l’assessore Massimo Russo ed una delegazione di Augusta, guidata dal sindaco Massimo Carrubba unitamente ad una rappresentanza del Comitato Difesa Ospedale.

“Il Comitato – dice il portavoce Riccardo Fazio – dopo ampia discussione, considerato lo sforzo istituzionale dell’assessore Russo, aperto al dialogo e alla disponibilità di una visita ad Augusta nei prossimi giorni per capire meglio il territorio, non avendo di fatto avuto riscontri concreti ma una netta chiusura alla modifica del decreto 01377 del 25.5.2010 e alla sua revoca, pur rimanendo lo stato di agitazione, invita le organizzazioni sindacali territoriali e la cittadinanza allo sciopero generale di 24 ore di tutte le categorie a sostegno e a difesa della lotta per la salvaguardia dell’ospedale Muscatello da tenersi il prossimo 5 maggio. La cittadinanza tutta, le organizzazioni sindacali territoriali, le associazioni imprenditoriali, dei commercianti e degli artigiani sono inoltre invitati alla mobilitazione generale con blocco delle attività nei giorni 6 e 7 maggio”.

CIRCOLO UNIONE: gettate le basi per un (futuro) museo etno-antropologico

“Vita civile e vita religiosa in Augusta: un legame secolare” – 7 giorni di esposizione di 170 oggetti vari, oltre 3000 visitatori, oltre tre secoli di storia studiati – un successo del Circolo Unione in nome del servizio alla comunità. Potrebbe essere il primo passo per realizzare quel museo etno-antropologico ideato, oltre trent’anni fa,  da Elio Salerno.

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Sabato 24 aprile si  è chiusa  la mostra organizzata dal Circolo Unione “Vita civile e vita religiosa ad Augusta: un legame secolare” , iniziativa che ha coinvolto,  a vario titolo,  la presidente, il direttivo, i soci del circolo e i cittadini che, numerosi, otre 3000,  hanno visitato l’esposizione.  La mostra ha permesso ai visitatori di scoprire un passato della nostra città fatto di piccole cose, di quotidianità, di gesti e riti che hanno accompagnato lo svolgere del tempo e hanno plasmato il proprio intimo rapporto con la religiosità. Inoltre si è voluto dare ai giovani uno spunto di riflessione su un” angolo di piccola storia”. Sono stati esposti oltre 170 oggetti che hanno documentato, soprattutto,  la religiosità domestica che, per alcuni secoli, ha costituito ad Augusta un momento fondante dell’essere “famiglia”. Si è evitato di dare una mera lettura estetica agli oggetti di arte religiosa popolare, cercando invece di tentare la ricostruzione dei loro contesti d’uso, di ciò che è stato il loro “ senso” all’interno della casa. I “santini”, le acquasantiere, le stampe devozionali, i piccoli messali, le antiche coroncine, hanno spesso dipanato nei visitatori il gomitolo dei ricordi della propria infanzia. E poi gli olii, le incisioni, le pitture su vetro, le cartapeste destinate a fasce sociali più alte, insieme alla testimonianza di atti di una “vita civile”, hanno completato la mappa di un percorso culturale che ha segnato la vita di una larga parte della nostra comunità cittadina condizionandone i quadri di riferimento, i sistemi di rappresentazione, i rapporti sociali, i sogni. L’evento è stato reso possibile grazie alla generosità dei proprietari dei pezzi esposti, alla contribuzione degli sponsor  (Hotel Venus, Biemme Car) e al patrocinio della Provincia Regionale di Siracusa.                                                                                                    

            Gaetana Bruno Ferraguto

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  Chiusa la mostra si ci chiede quale tipo di contributo abbia apportato nella società augustana. Di certo non supportata dai “Potenti” locali, da quelli religiosi in quanto ritenuta un pò pagana, da quelli civili in quanto vista come  fonte di ulteriore confusione in un clima di molteplici iniziative più o meno culturali, la mostra  ha saputo elevarsi al di sopra delle umane e meschine critiche e raggiungere un obiettivo altamente nobile, riscuotendo in tal modo un vero successo. In effetti tramite i vari oggetti, messi in esposizione, ben descritti e allocati nei vari contesti storici da tre validi professionisti che incessantemente si sono alternati alla guida dei visitatori, la mostra ha permesso di riesaminare varie fasi di vita di un tempo che fu. Usi, abitudini, riti, testimonianze di un popolo cresciuto tra sacrifici e sofferenze ma confortato dall’osservanza di regole e modelli civili e  religiosi che di fatto ne hanno nobilitato il breve passaggio terreno. Un esempio per tutti: parecchi ragazzi, prima in visita scolastica organizzata, sono tornati successivamente con i rispettivi genitori o nonni  a cui con entusiasmo hanno espresso  colorite frasi tipo- “vedi papà, vedi nonno,  quella è un frammento della famosa tela del sabato santo, che veniva calata in Chiesa Madre con  una cerimonia del tutto particolare al cui termine la gente si abbracciava e faceva la pace, anche i nemici più acerrimi dimenticavano i dissapori accumulatisi nell’anno-. Risposta del familiare-” ahimè, con la scomparsa di questa  tradizione  è cessata anche la sana abitudine di fare la pace per Pasqua. Sarebbe opportuno ricercare e riattivare molte delle nostre antiche tradizioni-.

  Un ringraziamento particolare alla Provincia Regionale di Siracusa che patrocinando la mostra ha dimostrato di saper riconoscere e privilegiare una sana e asettica iniziativa culturale al servizio della popolazione.

     Gaetano Gulino

Nelle foto (di Gaetano Gulino): visita di alunni della scuola primaria, una sezione della mostra