Disarmante annuncio sulle forze armate: quali certezze per i lavoratori dell’ Arsenale di Augusta ?

arsenale.jpgUn’ operazione da 4 miliardi, malgrado lo Statuto della costituente “Difesa  Servizi Spa” sia pieno di omissis.

 Visto che Tremonti ha la Cassa depositi e prestiti, anche Ignazio La Russa ha voluto la sua piccola Iri, e il ministro dell’Economia gliel’ha concessa (ma piazzandogli accanto un controllore): con la pubblicazione dello Statuto nella Gazzetta Ufficiale del 17 febbraio è infatti operativa la Difesa Servizi Spa, la società interamente di proprietà del ministero che gestirà i images.jpgbeni, l’immagine, le attività e – non ultimo – gli acquisti delle Forze armate. Una cosetta calcolata nell’ordine dei quattro miliardi di uscite a cui andrà aggiunta ovviamente la capacità di spesa dovuta alle entrate. Le aspettative non sono delle migliori: la Spa di La Russa nasce all’insegna dell’opacità, che non è una bella presentazione. In Gazzetta si legge infatti un decreto legislativo di tre articoli: il primo dice che i ministri della Difesa e dell’Economia hanno approvato lo Statuto della nuova società (che è allegato) e gli altri due niente. O meglio c’è il titolo: “Nomina del consiglio d’amministrazione” e “Nomina del collegio sindacale”, ma il contenuto è “Omissis”. Il ministero della Difesa  informa che non esiste alcun obbligo di legge a pubblicare i nomi in Gazzetta Ufficiale e questi sono disponibili presso la Camera di Commercio: ora, a parte che la Difesa Servizi Spa non risulta ancora, non si vede a cosa servano questi “omissis” in una società pubblica. Come che sia, di sicuro il presidente sarà Armando Novelli, generale dal prestigioso curriculum operativo, mentre nel cda siederà un uomo di Tremonti: Gaetano Caputi, capo dell’ufficio legislativo dell’Economia. Nel consiglio dovrebbero trovare posto anche Lino Girometta – già nel Cda di Sea (Aeroporti di Milano) e vicepresidente dell’azienda lombarda per l’edilizia (Aler) in quota An – e Giovanni Bozzetti, An pure lui, ex assessore con Albertini, ex presidente della camera della moda di Milano, oggi a capo di Infrastrutture lombarde Spa, il quale – ci informa il suo sito – “da sempre collabora a stretto contatto con l’on. Ignazio La Russa”. Niente paura: a norma di Statuto nessuno dovrà dimettersi dalle poltrone già occupate. Restano  sconosciuti, al momento, un altro membro del consiglio e i tre sindaci. Poco male, il dominus resta sempre l’assemblea dei soci, che poi è uno, il ministero: su questo il testo pubblicato in Gazzetta è chiaro, tranne una spiacevole dimenticanza. Il consiglio (art. 19) può infatti autorizzare spese solo fino al limite fissato dall’“articolo 14 comma 1, lettera d”: solo che quel comma ha le lettere “c” ed “e”, ma la “d” se la sono persa per strada. Quanto ai compiti di Difesa Servizi Spa saranno invece esattamente quelli di cui si è parlato nei due anni di gestazione. L’obiettivo è unico, fare soldi, e i mezzi scelti sono i più disparati.  Innanzitutto il ricchissimo patrimonio immobiliare: il consiglio potrà farci di tutto – ristrutturarlo, darlo in concessione, persino aprirci degli alberghi – tranne venderlo, mentre i terreni del demanio militare sono disponibili per nuove centrali energetiche “da fonti rinnovabili”. Per il resto, il comandamento è fatturare tutto il possibile: non sarà più gratis il servizio meteorologico dell’Aeronautica, né quello cartografico dell’Istituto geografico militare e qualcuno dovrà pagare pure se la sanità in divisa dovesse trovarsi a curare dei civili. Poi c’è la gestione dell’immagine delle Forze Armate: soldi dalle sponsorizzazioni, soldi dalla concessione dei marchi di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri per vestiti, tazze, automobili e quant’altro. Difesa Servizi Spa, ovviamente, spenderà pure: dovrà comprare per i militari (e altre forze di polizia se lo vorranno) tutto quello che serve tranne gli armamenti, ma non esclusi quindi mezzi di trasporto e quei sistemi elettronici che ormai sono una fetta non secondaria del bilancio militare. Almeno, contrariamente ai voleri di La Russa, ai Cda parteciperà anche un magistrato della Corte dei Conti.

  USB  Difesa 

CARNEVALE FAI DA TE

 

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AUGUSTA.

In tempi di  crisi globale, di forte recessione economica e di ristrettezze finanziarie, in tempi in cui  il Comune di Augusta ha una voragine di debiti spaventosa, certamente non sarebbe stato possibile trovare le risorse per finanziare, com’è successo negli altri anni, la festa per eccellenza dei bambini, quella del Carnevale, che, a dire il vero, non è stata una festa molto  sentita dalle  passate Amministrazioni comunali.

Solo nello scorso  decennio, per la tenace determinazione di un gruppo di giovani e meno giovani, “Il gruppo Fantasie”, di cui erano magna pars alcuni  negozianti della cosiddetta borgata, il carnevale è stato festeggiato,  con una  certa organizzazione.

A onor del vero, nei primi anni il “gruppo Fantasie” non aveva ricevuto sostegni economici dal Comune e s’era basato sull’autofinanziamento, puntando specialmente sul contributo dei negozianti proprio della borgata.

Il  giornale di Augusta ha dato testimonianza fotografica  delle scene più significative di quel carnevale di borgata.

Il Carnevale 2011 è stato  un Carnevale fai da te, austero, un’autentica festa per bambini, svoltasi in quella nuova grande,  piazza – unico per ora vanto dell’amministrazione Carrubba – realizzata nell’area che per circa diciotto anni ha ospitato il campo container  messo su immediatamente dopo il terremoto del 13 dicembre 1990.

   Lina  Solarino  –  nella foto : il Carnevale augustano degli anni ’50

La Libia, le tre scimmiette, Confindustria e i pacifisti

libia.jpg Dalla Libia arrivano le immagini orripilanti di un genocidio nel quale un regime folle sprofonda il suo popolo nelle fosse comuni e nel sangue. Al Arabiya parla di 10mila morti, altri di 50.000. Bengasi si è liberata e i mercenari di Gheddafi bombardano Zawia, mentre gli insorti marciano verso Tripoli, dove le guardie pretoriane del dittatore e i fedelissimi del regime hanno già inondato le strade del sangue dei ribelli. Obama si dice sdegnato, mentre il nostro governo balbetta e invoca pacificazione davanti al massacro di un popolo, e pare più preoccupato per il gas e il petrolio, per i lucrosi affari di Stato e per il crollo del muro anti-immigrati  fatto di omicidi, vessazioni e torture, che Gheddafi aveva costruito con i nostri soldi e le nostre armi. In tutto questo fa certamente bene leggere sul Sole 24 Ore l’articolo “Tre scimmiette nel deserto” di Christian Rocca che sottolinea il pilatismo complice del nostro governo e conclude: «L’idea del ministro Franco Frattini, secondo cui non è compito dell’Europa interferire negli affari interni della Libia, non è solo miope, sbagliata e fondata sull’illusione che il regime alla fine si salverà. È anche diametralmente opposta a un’ormai consolidata politica estera italiana, condivisa dai governi di centro-sinistra (Somalia, Serbia, Albania, Libano) e di centro-destra (Iraq e Afghanistan) e incentrata sul diritto all’ingerenza democratica e sul dovere d’intervenire per fermare i massacri a pochi chilometri di distanza da casa nostra», Ma fa male leggere sullo stesso giornale il furbesco cerchiobottismo del breve articolo non firmato (e quindi attribuibile alla direzione) intitolato “Non commuove il dolore della Libia” che, come per un ormai collaudato riflesso condizionato, se la prende con i pacifisti italiani: «Stupisce che questa mattanza stia passando nel silenzio assordante di associazioni, organismi, enti sempre impegnati in prima fila quando bisogna, meritoriamente, difendere i diritti dei popoli oppressi in tutto il mondo. Fino a oggi non abbiamo avuto notizia di condanne, né alte né basse, da parte di nessuno. Niente manifestazioni, nessuna bandiera della pace esposta, nessun corteo pacifista. Niente strali perché nessuno tocchi Caino. Eppure, al contrario, i manifestanti libici stanno cercando di liberarsi del colonnello Gheddafi, uno dei dittatori più sanguinari dell’ultimo secolo. Sarà la stanchezza, sarà la rassegnazione, ma per i morti in Libia s’ode un silenzio assordante». Più che assordato il giornale della Confindustria sembra sordo e cieco, perché le voci delle associazioni pacifiste e per i diritti umani si erano levate (e si levano) da anni in tutto il mondo, purtroppo inascoltate dagli imprenditori “pragmatici” che con il regime genocida libico facevano (e fanno) affari d’oro. Non avevano visto gli industriali italiani, fin dal tempo di Gheddafi nella Fiat e nella Juventus, cosa succedeva nella nostra ex colonia? Non avevano capito quale era il prezzo dei loro affari quando seguivano in codazzi festanti il nostro capo del governo nelle tende beduine del dittatore? Non avevano capito quanto sangue, dolore, ingiustizia e sopraffazione c’era dietro l’accordo Libia-Italia che hanno calorosamente applaudito e che, in cambio della repressione dei migranti e dei danni di guerra per il colonialismo fascista, dava all’Italia e alle industrie parastatali e private, appalti miliardari per costruire autostrade di regime e per trivellare altro gas e petrolio? Cosa pensavano gli industriali italiani quando, scortati da Berlusconi e dai suoi ministri, stringeva sorridente la mano di Gheddafi in occasione delle sue visite romane con tende, cavalli e hostess al seguito che ci hanno resi ridicoli (ancora una volta di più) davanti al mondo? Qualcuno si ricorda un qualche adirato commento confindustriale in occasione del baciamano di Berlusconi a Gheddafi in Libia che sta facendo il giro del web come dimostrazione dell’assoluta complicità del nostro governo con l’aguzzino di Tripoli?

Umberto Mazzantini

Lotta capillare all’evasione fiscale

images.jpg A darne notizia è il sindaco, Massimo Carrubba,  nel rendere  che ammonta a circa 15 milioni di euro la somma che  il Comune deve recuperare. Si tratta dell’importo derivante dai tributi (Ici e Tarsu) non pagati dall’utenza a partire dal 2002. “Stiamo ricostruendo l’anagrafe tributaria dei cittadini” – ha detto il sindaco che ha precisato: “Nel 2010 abbiamo incassato solo 2.800.000 euro di Ici ogni semestre a fronte dei 4.500.000 euro riscossi nei semestri degli anni precedenti”.La causa del mancato incasso è da attribuire alla vicenda di Tributi Italia, la società di riscossione dei tributi comunali, società privata, ex San Giorgio di Taranto,  che fino al 2008 era l’ente esattore per il Comune di Augusta e molti altri e che  si è volatilizzata con oltre 12 milioni di euro che il Comune  di Augusta  non ha ricevuto dall’esazione dei tributi. Questa società di  riscossione ha messo in ginocchio tanti piccoli comuni, che sono stati letteralmente truffati. Il rischio ora è che non si riesca a recuperare il arrecato dalla società. I disagi derivano anche dal fatto che la rescissione del contratto, ha comportato anche la perdita degli archivi per la cui ricostruzione gli uffici dell’Ente stanno non sono in grado di attivarsi, tanto che la Giunta comunale ha deliberato di concedere un altro appalto a una ditta esterna, una società di altissimo profilo per il recupero di tutti i dati mancanti dei nostri contribuenti. Gli evasori vanno identificati, ha solennemente proclamato il sindaco. Intanto  non s’è arrestato il fiume di lamentele per l’aumento dell’importo della tassa sui rifiuti che i cittadini si sono visti recapitare nelle ultime settimane. Il sindaco ha ribadito che “in capo ai comuni verte ormai da tempo l’obbligo di coprire integralmente il costo del servizio di raccolta rifiuti, spazzamento e conferimento in discarica, e la mancata copertura comporta sanzioni a carico degli amministratori, sindaco ed assessori, con il commissariamento da parte della Regione, oltre alla contestazione delle responsabilità di ordine penale e contabile per danno alle casse comunali”  Carrubba ha ricordato  che la Tarsu applicata per il 2009 rimane in assoluto una delle più basse e che” il Comune di Augusta è uno dei pochissimi in Italia dove non viene applicata l’addizionale Irpef, che farebbe affluire ogni anno almeno 3 milioni di euro al bilancio comunale”.

GdA

La settimana dello studente si chiude con un’avvincente partita a calcetto

1 settimana dello studente.jpgAUGUSTA. Giorno 7 febbraio 2011 all’interno del Palajonio di Augusta, si sono svolte le finali del torneo di calcetto della settimana dello studente 2011 del Liceo Classico Megara Sezione Scientifica Annessa di Augusta. La settimana dello studente è una piacevole tradizione del nostro liceo, durante la quale vengono organizzate, dagli stessi studenti, varie attività sportive (calcetto, pallavolo, ping pong, caccia al tesoro, ecc…), in cui la sfida tra le varie classi dell’istituto si è dimostrata avvincente. Il programma delle finali ha previsto la finale 3°-4° posto, tra IV C e IV D, e la finalissima per il 1° posto, tra la IV A e la VB, tutte  del liceo scientifico. Il primo incontro ha visto il 2settimana dello studente.jpgpredominio della IV D, che ha avuto la meglio sull’avversario con il roboante punteggio di 13-5. La finalissima, molto combattuta, si è decisa nelle fasi finali e ed è terminata con la vittoria della IV A per 6-4.

Al termine è avvenuta la premiazione, in cui sono state consegnate coppe e medaglie alle squadre di pallavolo, classificatesi prima e seconda, e alle compagini del torneo del calcetto, in cui l’intero podio è stato premiato.

Ottavio Pugliares