500 milioni di euro previsti per la bonifica del porto di Augusta

morello.jpgIntervista a Domenico Morello, responsabile del Settore Ambiente della Provincia Regionale di Siracusa

 

Oltre 770 milioni di euro previsti nell’accordo di programma per la definizione degli interventi di riqualificazione ambientale, funzionali alla reindustrializzazione e all’infrastrutturazione delle aree comprese nel sito di Interesse Nazionale (SIN) di Priolo che comprende la rada di Augusta

La siracusana  Stefania Prestigiacomo, ministra per l’ambiente, è in contrasto con i colossi petrolchimici che si affacciano sulla rada di Augusta. La Prestigiacomo vuole bonificare la rada addebitando il maggior numero di costi alle aziende inquinanti o che hanno inquinato, le aziende rispondono, avviando processi legali sul piano amministrativo, che le responsabilità  risalgono a società e a  dirigenti che ormai, da anni, non hanno più nessun rapporto con le aziende stesse, e aggiungono che, in ogni caso, all’epoca non esistevano specifiche norme antinquinamento. Attualmente, si scontrano due correnti di pensiero: da una parte ci sono coloro che temono non valga la pena di compiere una bonifica radicale per via dei costi eccessivi e per la sua dubbia efficacia: in parole povere, costerebbe una cifra spropositata e i risultati potrebbero non essere quelli sperati, perché inoltre potrebbe impedire per molti anni lo svolgimento dell’attività portuale, con gravissimo danno per gli operatori e della città; dall’altra c’è chi afferma che l’ambiente ha subito troppi danni e bisogna porre riparo. La situazione è di stallo nonostante l’intervento di Ugo Rossi, capo della Procura aretusea, il quale ha dato mandato ad alcuni esperti per avere un responso circa la fattibilità di una bonifica che possa conciliarsi con lo svolgimento delle attività correnti nel porto. Al riguardo abbiamo sentito l’opinione di Domenico Morello, dirigente del settore ambiente della Provincia Regionale di Siracusa.

 

 

-Ingegner Morello, allora, bonifica si o bonifica no?

“Fino agli anni Settanta del secolo scorso  il 50% dei residui di lavorazione delle industrie venivano versati direttamente nella rada di Augusta. Solo dalla fine del 1982 e l’inizio del 1983 i residui vengono canalizzati e depurati nell’impianto del depuratore consortile dell’ IAS .

-Il versamento di sostanze inquinanti e, in particolare, di metalli pesanti nel fondo della rada è stata, dunque, massiccia?

“Certamente. E la natura ha reagito con la ciclica moria dei pesci a causa della crescita abnorme delle alghe, quest’ultima dovuta soprattutto agli versamenti delle reti fognarie cittadine che ancora oggi si continuano a versare nella  rada di Augusta, tanto che nel corso degli anni è dovuta intervenire la magistratura, in primo luogo il pretore Condorelli. Occorre una compensazione.”

-Nel senso che si deve bonificare il porto?

“Sì. E bisogna farlo cercando di trovare il giusto equilibrio fra le esigenze del porto e le esigenze ambientali derivanti dall’analisi di rischio per la messa in sicurezza della rada.”

-Chi deve pagare i costi della bonifica?

“Devono intervenire lo Stato e la Regione  per una parte e  le aziende per l’altra.”

-Le aziende, però, si oppongono al pagamento.

“Non tutte e comunque è  ormai assodato il principio che chi inquina deve pagare. Non c’è dubbio che dagli anni Cinquanta in poi le aziende hanno la responsabilità dell’inquinamento: chi più chi meno. Le aziende non possono obiettare che non c’erano leggi, perché era noto che certi scarichi a mare contenenti sostanze inquinanti e metalli pesanti erano nocivi alla salute. Anche in assenza di norme specifiche, se sai che certe cose sono pericolose, non le devi fare, anche per rispetto al territorio e alle popolazioni ivi presenti. C’è una responsabilità morale che resterà nella storia”.

-Come occorre reagire, cosa bisogna fare?

“Occorre trovare gli opportuni strumenti, quali gli accordi di programma che, però, non devono rappresentare vere e proprie  sanatorie.”

-Che cosa significa in concreto?

“Significa che la bonifica deve essere fatta nel rispetto dei tempi di un porto che certo non può essere chiuso al traffico per anni e significa anche che i costi addebitati alle aziende devono essere pagati dalle stesse aziende e non limitarsi  a interventi di miglioramento ambientale, previsti o prescritti dalle attuali disposizioni di legge.”

-A proposito di anni, quanto può durare un’operazione del genere?   

“Decenni. L’operazione può essere considerata, tuttavia, positiva anche per le prospettive di sviluppo in termini occupazionali.”

-Cioè, ci saranno assunzioni e benessere per il territorio dei comuni di Augusta, Melilli e Priolo Gargallo. Quanto può costare una simile operazione?

 “L’accordo di programma firmato nel 2008 per la definizione degli interventi di riqualificazione ambientale funzionali alla deindustrializzazione e all’infrastrutturazione delle aree comprese nel sito di Interesse Nazionale (SIN) di Priolo che comprende la rada di Augusta, prevede investimenti per circa 770 milioni di euro circa 200 milioni a carico dei privati, 200 milioni del ministero dell’Ambiente, 76 del ministero delle Infrastrutture, 200 della Regione, e circa 100 milioni di fondi non utilizzati del precedente accordo. Gli interventi previsti interessano l’intero sito e in particolare la rada di Augusta, l’area industriale di Priolo e il porto di Siracusa, in modo coerente con quanto già previsto da altri accordi, rispetto ai quali viene assicurata la messa a sistema”.

-Quali sono le azioni previste?

“Come prima azione si prevede la realizzazione di interventi pubblici per impedire, attraverso azioni di intercettazione e bonifica delle acque di falda, che l’inquinamento proveniente da aree industriali affluisca e inquini corpi idrici superficiali; questi interventi faciliteranno la bonifica delle aree industriali oltre a ottemperare all’obbligo di intervento sostitutivo cui è tenuta a dare seguito la pubblica amministrazione. L’accordo prevede la possibilità per i soggetti privati interessati, di concorrere pro quota agli oneri progettuali, di investimento e di gestione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda, sulla base di una transazione con il ministero dell’Ambiente”.

-Cosa prevede questa transazione?

“L’adesione all’accordo, tramite atto transattivo, permetterà  al soggetto privato non solo di liberarsi dagli obblighi di messa in sicurezza della falda contribuendo a un unico e organico progetto cui si fa carico la pubblica amministrazione, ma anche di usufruire di numerosi benefici di natura procedurale ed economica, introducendo una serie di semplificazioni che possono rendere gli interventi di bonifica più solleciti e meno onerosi e permettere l’immediato utilizzazione delle aree industriali. Inoltre, attraverso l’adesione all’accordo, il soggetto privato potrà usufruire di agevolazioni rispetto al pagamento delle somme dovute a titolo di risarcimento del danno ambientale. Per questi interventi è previsto un impegno economico di circa 190 milioni; per la bonifica della rada di Augusta e per opere infrastrutturali per l‘hub portuale l’impegno programmato è di 500 milioni; circa 80 milioni saranno investiti sul porto di Siracusa sia per opere di bonifica che di riqualificazione ambientale per la zona dei Pantanelli e dei Calafatari”.

-Dopo il varo di norme antinquinamento, le aziende hanno avuto modo di adeguare gli impianti?

“Le aziende devono adeguare gli impianti, è certo: la ESSO, per esempio, sta rimodernando le caldaie applicando le migliori tecnologie disponibili. La Centrale termoelettrica dell’ENEL di Augusta, che pure, chiuderà nel 2015, sta investendo dieci milioni di euro per adeguarsi alle nuove norme, con interventi strutturali e l’utilizzazione di emissioni a BTZ ( Bassissimo Tenore di Zolfo) inferiori alle 0,3% cioè meno inquinanti di prima.”

-L’ENEL, dunque, smantellerà tutto l’impianto?

“L’ENEL dovrà smantellare gli impianti di Megara Giannalena nel 2015, per obbligo di legge anche perché l’impianto è troppo vetusto per poterlo adeguare alle migliori tecnologie oggi esistenti.”

-E l’area che oggi occupa l’ENEL?

“Sarà disponibile per ulteriori investimenti sul territorio.”

Qual è la sua opinione sul rigassificatore?

“Il rigassificatore è stato approvato in sede tecnica nel mese di aprile del 2010 e può rappresentare un ottimo volano di sviluppo e uno strumento per distribuire energia a basso costo alle popolazioni del comprensorio Augusta-Melilli-Priolo che per oltre cinquant’anni hanno dovuto subire soltanto i lati negativi del processo industriale.”

       Giorgio Càsole